Il grande tiratore Kissinger

Henry_Kissinger_0001Henry Kissinger pittore di guerre, le sue opere sono esposte al MOMA e in ogni museo che si rispetti. Tutti ricordano i suoi esperimenti dalla Bauhaus alla Cina passando per il piano culturale “Condor” che portò all’intero Sudamerica una linea mondrian-a di ordine disciplina morte y democrazia, si arrivò allo stile militare con una tale determinazione da far pensare a una naturalezza oltre alla predisposizione del paesaggio al pennellomitra (tecnica mista di tortura e spinta), molto usato dalla scuola kissingeriana, di cui facevano parte i pittori e scultori Pinochet, Videla e altri minori, il loro dipingere col sangue – la Transarmavanguardia – lavorando anche sui feti trovò dei critici ostili, oggi dimenticati in favore di un largo apprezzamento. Continua a leggere

Contrassegnato da tag

Tutto questo mal di denti un giorno ti sarà utile

5760Saul Bellow diceva che il due percento della sofferenza di un uomo ha a che fare con i denti. Ovviamente era uno scrittore e un uomo fortunato e quella fortuna lo portava a stimare al ribasso la sofferenza dovuta ai denti. Il suo amico Martin Amis portò quella sofferenza a una soglia molto alta, tanto da smettere di stimarla: niente percentuali, solo racconto. Per questo è curioso che due scrittori che si incontravano nella vita e nella pagina fossero così allontanati dal dolore dei denti. Continua a leggere

Contrassegnato da tag , , , , , , , , , ,

Bene, se mi dici che ci trovi anche una critica in questa storia

95930570_3491281564222347_1681897854399938560_nLeggendo di seguito tutte le interviste date da Carmelo Bene in vita ho avuto l’impressione che invocasse la critica come un papa fa con Dio, forse perché aveva servito «un’infinità di messe». Sembrava ne avesse un bisogno fisico, che la sentisse sorella, madre, sposa, lui che era un cattivo fratello, non era stato poi un bravo figlio e nemmeno un marito modello. Che, insomma, Bene, riconoscesse alla critica il ruolo che oggi non ha. Quasi ne sentisse l’assenza sul palco, come se gli venisse a mancare la voce, un braccio, una gamba, un occhio. Certo, la voleva anche al servizio, al seguito, poi no, la desiderava schiava ma imparziale, vicina ma distante, un ossimoro in movimento. Voleva essere analizzato, capito, raccontato. Lo pretendeva. Ne parla sempre, sempre. In ogni intervista. La invoca, la blandisce, qualche volta la riconosce persino. In pochi momenti, grazie ai francesi, sembra anche contento, fuggevolmente. Continua a leggere

Contrassegnato da tag , ,

Neapolitan Warriors

nome_ultras_4-hiQuando Tarallone – il potente capo dei “FedeBuscaSpade&Bastoni FFSS che mi hai portato a fare a vedere la partita se poi vuoi vincere lo scudetto” – eletto dalla piattaforma Schwoch come guida delle correnti del tifo napoletano, dal suo tapis roulant, portato a spalla da otto enormi Robocop con bocca da ostrica e capelli color pannocchia per via di Osimhen, gridò: ALEMAOOOOOO, gli altri 3567 Robocopanzuti ruppero il cordone della polizia e a colpi di ascia cominciarono a farsi largo verso la piazza. Oltre i nuovi Robocamorra, c’erano i feroci guerrieri “Aronica” uniti dall’eiaculazione precoce davanti ai dribbling di Kvara; gli “ObelixKoulibaly” di Bagnoli, giocatori di rugby in pensione, unico problema il diabete; i vecchi “Lionsconlabotta” una armata in carrozzella; le “TestediCalajò” capaci di aprire varchi nel cartone; gli scavalcatutto “Taglialatela” bravissimi nelle fughe; i “Mazzarristacasaspettate” un gruppo di neomelodicultras che avevano vinto due volte il Festivaldicurva e un Grammyvodka per l’adattamento di “Perdere l’amore” in “Perdere le partite”. Continua a leggere

Contrassegnato da tag , , , , , ,

Franco Califano, un processo a parte

337269471_543749941205406_3993483870461345751_nPer come si sono allineate certe vicende nella mia vita, ho sempre pensato che fossi più vittima di Borges che dei giochi di Dio. Posso raccontare tanti di quegli incroci pericolosi con la Storia da far sembrare la mia vita una fiction, e, invece, sono sempre stato un uomo di trame più che di fantasie, abituato come ero agli allineamenti, posso dire di aver pensato alla mia vita come a un libro degli orari ferroviari svizzeri. Continua a leggere

Contrassegnato da tag ,