Fred Astaire ha un magazzino del pesce a Helsinki e non balla più. A sera, quando chiude, va a pattinare sul ghiaccio portandosi dietro l’odore di merluzzo. Tornare a casa è sempre difficile. Di notte sogna enormi pesci da congelare, pesci strani, non da mangiare, belli da guardare, magari da incorniciare. E quando pattina, sotto la torre, guardando gli altri: pensa che Dio è una invenzione della solitudine. Sono pensieri obliqui che il ghiaccio scatena, lontano dalle aringhe, diventa un altro. Aveva interesse per la musica, un tempo. Ora, ha solo ricordi. E scivola, scivola fino a non trovare senso. Niente scelte e niente risposte. Nessuno noterà le differenze, perché nessuno è al riparo e tutti girano in tondo.