Da quando Quentin Tarantino ha detto al New Yorker che Michele Bava è uno dei suoi registi preferiti, che i suoi polizieschi erano i migliori, e i suoi inseguimenti in auto gli provocavano orgasmi, per il vecchio regista napoletano, che si era ritirato, non c’è più pace. Ha un ragazzo che sta girando un documentario e una processione di produttori alla porta. Poi è arrivato anche il regista americano. A lui ha fatto l’impressione di un guaglione catturato da una nuvola. Ma questo al ragazzo che gli punta la telecamera non l’ha detto. Né a quelli che vedranno il documentario, sta dicendo, invece, che sì, hanno parlato delle spose vestite da tartarughe ninja che rapinano le banche italiane, e di quando un emissario della mafia russa sparò a Pupo, sì, al cantante. E riassume le sue imprese: «So’ dieci anni che non faccio film. M’ero scassato ’e perdere tempo coi produttori. Poi è arrivato Tarantino, e allora mi sono sentito un altro. Tengo settantasetteanni se riesco a farla è la mia ultima pellicola…sì…sì, poi aggià fa’’o documentario su Little Italy. Ho girato 50 film, tra western, commedie e polizieschi, non tutti so’ capolavori, però ho fatto cose pazzesche. Un combattimento vero di boxe che nisciuno voleva girare: guarda ’sta cicatrice sopra l’occhio, questa me la fece Pasquale Montagnone, alla fine ’o vecchio pugile lo feci io. Guardatevi il film. I ragazzi obesi che si sfidano e lottano erano originali: reclutati, ingrassati, fatti combattere e rilasciati. E qualcuno di loro è diventato pure campione ’e sumo. Ho girato in Oriente un documentario sulla boxe thailandese, quando Van Damme era ’nu cacazziello. Dopo in Cina, quasi in contemporanea con Antonioni. Gli ho confessato la voglia di girare un cortometraggio su Batman grasso che non entra più nella tutina e alla porta tiene la gente che vuole aiuto, e viene fottuto dal senso di colpa. Sì. Anche lui ha riso. Ma sai quante idee tengo? È che a furia di dire che il cinema italiano è morto, l’abbiamo seppellito veramente. Poi devono arrivare gli americani, un’altra volta a dirci che in fondo in fondo eravamo bravi, tutti, alti e bassi. Gli ho anche regalato una sceneggiatura, SanGennaroBomb, è la storia di quattro pizzaioli e un marine americano che diventano terroristi in nome del santo e in difesa della pizza, fottuta dai panini, americani. Quello che dovremmo fare noi co’cinema, Allah Akbar». E ride.