Siamo nell’abbandono allora ci circondiamo di persone e soprattutto oggetti, a metterli in fila proviamo a dirci meno soli, convinti che piacere, felicità e risposte fuori da noi stiano nelle cose. L’ha fatto l’artista cinese Song Dong nella mostra “Waste not” al Barbican Centre di Londra, con cinquanta anni di oggetti di sua madre: Zhao Xiangyuan, una lista materiale di tutto quello che le è passato tra le mani, sul corpo, davanti agli occhi. Ne viene fuori un puzzle che dice: giorni in fila. Con sottofondo di pentole, mestoli, bottiglie, coltelli, giornali, scatole, tappi, giocattoli, elettrodomestici, vestiti e tutto quello che vi possa far dire quando lo incrociate al mercato dell’usato: chissà chi c’è dietro. Ecco Song Dong, ne ha fatto uno spartito che suona l’esistenza di sua madre, una mappa per oggetti che dice come era la vita di una persona normale in Cina, e come didascalia c’è il proverbio: “Wu jin qi gong” (non bisogna sprecare nulla). Continua a leggere