Archivio mensile:settembre 2013

L’immobilità del ricordo

2Il santo perde se stesso tramite l’idiozia incontrollata della folla che lo venera. Napoli è piena di santi e martiri, piena di reliquie, è l’unica città che ha il sangue a interruttore che si raggruma e scioglie, in date precise, quello del suo Santo Maggiore, quel Gennaro che solo una volta fu sostituito da Sant’Antonio per via dei francesi, accusato d’essere giacobino. Un titolare incontrastato che ha proiettato sulla città tutto un alfabeto poi divenuto linguaggio, antologizzato, usato, ridotto in scala e venduto, Continua a leggere

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Dogs like gods. Want to play

110711_neon-st-pauls-1_p323Dio era grande nella sua assenza e i suoi rappresentanti nel rispetto del silenzio. Perché ci sono domande che sì possono essere fatte ma che non devono avere risposta, altrimenti il gioco finisce.

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Abdul Bashur, sognatore di navi

999533_10201349178032787_785836253_n«Il nome delle navi, l’umidità delle miniere, il vento dei páramos, la secchezza del legno, l’ombra grigia sulla pietra molare, la tortura degli insetti prigionieri nei vagoni da riparare, il disgusto per le ore che precedono il mezzogiorno quando ancora non si sa quale sapore intenso il pomeriggio prepara, infine, tutte le materie che lo indussero a dimenticare gli uomini, a diffidare delle bestie e a offrirsi completamente a donne dal gesto amoroso e gambe d’anamita; Continua a leggere

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Venticinque metri e un dente rotto

timthumbVenticinque metri e un dente rotto, è questa la distanza che separa Frattamaggiore da Fuorigrotta passando per Dortmund. Tra il piede destro di Lorenzo Insigne e il sorriso triste di Mitch Langerak, portiere del Borussia, c’è una barriera che è mondo complesso e distante: condensato in quattro uomini, e scavalcata in una manciata di secondi. Tiro, traversa, gol. Il pallone è un animale viaggiante che prende traiettorie fantastiche quando trova piedi nobili capaci di dargli parabole perfette. Continua a leggere

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Sister Smoke

MM-4Mia sorella fuma alla finestra, aspettando una campana che si chiama Bart. È un suono familiare, conosciuto a fondo, in passato è stato controllo dagli occhi a piedi, adesso è ricordo solo per il cuore. Il fumo le copre le labbra, la nicotina: i denti e le dita, il cuore, invece, resta scoperto: un fosso a cielo aperto, che tutti vedono, e saltano. Continua a leggere

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