Il santo perde se stesso tramite l’idiozia incontrollata della folla che lo venera. Napoli è piena di santi e martiri, piena di reliquie, è l’unica città che ha il sangue a interruttore che si raggruma e scioglie, in date precise, quello del suo Santo Maggiore, quel Gennaro che solo una volta fu sostituito da Sant’Antonio per via dei francesi, accusato d’essere giacobino. Un titolare incontrastato che ha proiettato sulla città tutto un alfabeto poi divenuto linguaggio, antologizzato, usato, ridotto in scala e venduto, Continua a leggere