Archivio mensile:giugno 2014

Cinema Italia

dd2968f5-9eae-4480-b233-3acf8d0e1bc6-460x276Quando Diego Godin fa il Grande Sertão nell’area italiana e segna, in campo c’è una tale confusione che un sambodromo in confronto è una sala d’aspetto. I telecronisti sono fermi al morso di Luis Suarez, Chiellini sta facendo Sofialorén con la spalla al vento, nei tifosi italiani si prospetta la ripetizione della partita con la Costa Rica, film d’azione, una sola, la loro. Uruguay Uno, Itala Zero. Continua a leggere

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Luis “Trinità” Suarez

9Luis “Trinità” Suarez, le spara in rete di destro, anche di sinistro e soprattutto di testa. Capace di giocare di lato (perlopiù a sinistra), in mezzo (all’area) e se serve anche in porta, come accadde ai mondiali sudafricani, dove parò un tiro che avrebbe eliminato la sua squadra e diede inizio a una partita da Osvaldo Soriano: Uruguay – Ghana. È uno e trino. Marcarlo è una avventura che non auguriamo nemmeno a Chiellini (non lo vedrebbe passare). Continua a leggere

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Il camorrista che camminava sulla luna

ALIENation‘na mano int’’a tuta spaziale,

‘n’ata ‘ncoppa ‘a pistola

‘o camorrista se ne va smargiasso

pe’ fuossi lunari,

senza giacchetta né cappiello,

tene ‘o casco e ‘a bannera, Continua a leggere

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Cala la tela su Superciuk

jUn comico spaventato rapinatore che aveva cominciato a otto anni con una tigre e finisce a 64 anni col concime, le mutande e una cesoia. Sembra Alan Ford è Renato Vallanzasca, che da rapinatore – chissà – voleva farsi fioraio. In mezzo: 40 anni di carcere e il desiderio di cancellare il “criminale italiano”, quello che era, per tutti. C’è riuscito declinandosi alla stessa maniera, con lo stesso verbo ma in modalità buffa. Vallanzasca riscrive se stesso rubando: due boxer, un paio di cesoie e del concime per piante. Continua a leggere

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Cantona presidente

cA guardarlo sui muri, il mondiale brasiliano non è lo stesso che ci raccontano i giornali. Prima dell’allegria c’è il lamento, e i moduli non trovano spazio se non dopo le proteste. Per quanto possano giocare al ribasso, c’è un mondo disegnato per le strade, un paese immaginato, che non corrisponde a quello che gli altri si aspettano. Non per le violenze, non per le manifestazioni, ma perché il Brasile è riuscito ad andare oltre se stesso, oltre la propria cultura calcistica in nome della richiesta di giustizia sociale. E guardando a quelle strade a quelle piazze, tutti, possiamo sentire la stanchezza di un sistema che sta implodendo, che ha nelle qualificazioni delle nazionali minori, Continua a leggere

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