È attraccata a Durazzo la “Walter Veltroni” la nave della marina militare stracarica di abitanti dell’Italia. Sul molo, c’è l’esercito albanese, per contenere le proteste contro il forzato invio di profughi. Dietro l’esercito: una folla inferocita che vuole restituire il trattamento subito in passato. Ci sono diversi feriti almeno a sentire la CNN e pochissime possibilità che la vicenda si risolva in poco. La nave risulta ancorata ed è stracarica, ma nessuna persona è ancora scesa a terra, è la quarta nave militare che arriva a Durazzo, dopo la “Guido Bertolaso”, la “Gianni Letta” , la “Denis Verdini” e la “Massimo D’Alema”. L’Albania ormai compete con la Germania a rischia di strapparle il primato economico dell’Europa, il governo teme che tutti i profughi italiani possano influire negativamente sui progetti che hanno rilanciato il paese, portandolo dove nessuno immaginava, un caso che si studia nelle università di economia. Sulle Alpi, invece, si combatte con Germania, Svizzera e Francia una aspra battaglia dopo l’evasione collettiva dall’Italia, ne stanno facendo le spese i monti, presi d’assedio dai commercialisti a cavallo della Lega, dall’artiglieria leggera veneta che spara ingiurie contro gli svizzeri, ricevendo fucilate, e dalla fanteria piemontese che ha già badoglianamente aderito a tutte le richieste dei francesi accettando di banlieuenizzarsi. Ad altri è andata meglio: i sardi si sono rifugiati in Spagna e appena arrivati hanno proclamato la loro nazione dichiarando guerra ai baschi e ai catalani, i siciliani negli Stati Uniti con nuovi grandi progetti almeno fino a quando non hanno scoperto che non c’era più il proibizionismo, il resto del paese si è arrangiato. I calabresi sono stati aviotrasportati in Canada, paese che possedevano da anni, i pugliesi dispersi nelle repubbliche della ex Jugoslavia dove hanno ripreso a lottare per i diritti negati e sognano una nuova Milano, parte della Campania ha invaso il nord Africa in Marocco e Tunisia il culto dell’islam ha ceduto a quello di Maradona, la Basilicata e il Molise sono state di peso portate in Grecia senza nessun problema, la Toscana trasferita in Inghilterra su decreto della regina che ha tenuto per sé solo la cupola del Brunelleschi, le arte opere sono state dislocate in Scozia con la popolazione, il resto o si è fatto portare dalla marina nei luoghi concordati dall’Europa, quando era pericoloso restare, oppure ha scelto gli scafi riducendo i mari in un ferragosto in autostrada. Tutto è cominciato con la grande separazione del paese, mentre il premier Renzi in tv raccontava un sogno che non c’era, gli italiani andavano in fuga, e alla fine erano rimasti solo lo staff del presidente del consiglio e un operatore di Sky, twittandosi domande esistenziali: Ahò, Come famo? Mmò che dimo? Er distributore nun c’ha più Coca-Cola sallo, che faccio rimanno er video de ieri? Matteo aveva scelto di governare il paese, o quello che ne restava, da Ginevra, per una questione di sicurezza, inviando selfie a nastro che venivano montati con vecchie canzoni di Jovanotti, l’effetto era da Intervallo della vecchia Rai. Il comandamento era di mantenere la calma, per questo la fuga era stata incoraggiata, e poi guidata, perché c’era bisogno di un nuovo paese, loro si erano allontanati dalla zona e soprattutto dal Pd? (anche se i sondaggi davano il premier al 78%), e il premier aveva annunciato: «un paese vuoto si governa meglio e permette un riformismo maggiore», e giù immagini, foto delle città svuotate. I primi ad andare via erano stati gli immigrati, appena fiutato lo stallo. I ricchi avevano scelto le loro case all’estero, e poi erano seguiti gli altro, l’esercito aveva solo soppresso i vecchi infermi – anche perché il costo degli ospedali non poteva essere sostenuto – e accompagnato coattivamente i cittadini che si ostinavano a restare, poi si era consegnato agli americani. Tranne gli ultimi problemi sul fronte albanese e quello alpino, il paese era ormai abbandonato, si aspettava il decreto “affonda Italia” per sommergere lo stivale, Renzi voleva pensarci ancora un po’, promettendo da Ginevra la riforma che avrebbe riportato tutti a casa – la nostalgia era una istanza che Barbarella D’Urso gli aveva inculcato con mesi di ripetizioni di paese reale – ma intanto era in atto una vera e propria asta tra il governo cinese e quello russo per l’acquisto della nuda proprietà, il paese Italia, da usare come deposito e terra d’esperimenti.
Ciao! Qualche giorno fa ho ascoltato da radio Shamal il racconto di un libro, il cui autore mi sembra sia francese. In breve si diceva di un islamico che riusciva a diventare presidente della Francia e del fatto che questa eventualità terrorizzi attualmente molti popoli occidentali. Mi sono prefigurata il fatto nella mente! Pensa: un islamico che riesce ad essere eletto e che, quindi, con gli strumenti della democrazia riesca a sovvertire totalmente un popolo che si ritiene illuminato ed evoluto! Non so perchè, ma stimola particolarmente la mia ilarità! Sarò perversa?!
sì, era Houellebecq “Sottomissione” (Bompiani) lo citavo scherzando con Amleto De Silva che rendeva omaggio sul serio allo spirito che reggeva e spero reggerà il giornale “Charlie Hebdo” che per brevità potremmo dire charliesque, in Italia questo non è possibile perché piaccia o meno, c’è la sede della Chiesa di Pietro. Comunque non sei perversa, dalla normalità si può anche guarire, immaginando l’inimmaginabile o quello che ora sembra sia inimmaginabile.
Pensa, non avevo capito che in quella trasmissione c’eri anche tu!
meglio,