Quando gli danno del reincarnato, o del profeta in seconda, Paulo Sousa, risponde sempre allo stesso modo, scartando l’ombra lunga di José Mourinho con una smorfia e poi dicendo: «lui ha vinto tanto, io devo ancora cominciare». Intanto ha preso a vagare, le sue panchine sembrano incarichi da console: Inghilterra, Galles, Ungheria, Israele, Svizzera, e ora Italia. «Non mi sono fatto problemi ad allenare in campionati meno conosciuti. Continua a leggere