È possibile che sia colpevole,
assassino è sempre chi
sopravvive:
all’epidemia, ai giorni, al dolore,
a un angolo tra una strada e una piazza,
al minuscolo meccanismo della armi
silenziose,
all’orologeria di un organo
che aspetta
un giorno preciso
per incontrare la massima sofferenza,
torbido godimento:
a culmine dell’osceno.
Proporrò ai mei conatti questo blog
grazie,