La Togliatti non la fanno più. La Moro andò perduta in un incidente e quello che è venuto dopo non le somigliava per niente. La Berlinguer che te lo dico a fare. Ora è uscita dalla produzione anche la vecchia Pannella. E quelle nuove mica sono auto, sono prototipi con troppi errori. Per dire le Grillo – l’ha scritto anche Quattroruote – funziona con un logaritmo, se buchi devi chiamare Harvard. O le Renzi tutte spot e poi non ne incontri una in provincia perché hanno l’assetto troppo basso. Insomma, guardo alla classe politica come si guardano i nuovi modelli di auto, solo che il più delle volte mi chiedo da dove escano questi modelli, e come facciano a piacere, una volta guidare era una perversione seria, per dire la “demagistris” decapottabile a chi la vendi fuori Napoli? E la “raggi” a corrente elettrica dove la ricarichi a Roma? L’utilitaria “appendino” poi, a metano con i sedili in pelle è un ossimoro o la macchina di un film di Kusturica? E la vecchia “sala” presidenziale elegante ma che consuma troppo? Ancora una volta solo i modelli tedeschi sopravvivono al tempo, il furgoncino Merkel garantisce prestazioni che le auto italiane si sognano, con un rapporto qualità-prezzo impensabile per il mercato italiano che invece produce ancora le Brunetta, o che si preoccupa della carrozzeria della fuoriserie Berlusconi – ormai a fine ciclo –; qualcuno rimpiange la jeep Craxi che non si fermava davanti a niente, si arrampicava dovunque; mentre le campagne venete e padane rimpiangono il trattore “Bossi” che aveva dei fastidiosi cigolii ma quando c’era da arare non si tirava indietro; come la ruspa D’Alema; o il modello Kennedy per il mercato europeo: la Veltroni che aveva una sua eleganza, anche se andava piano ed era una Citroen ancora più tonda. E poi i Cossiga, quei bei pullman sui quali almeno una volta siamo andati in gita tutti. Adesso li compriamo in Cina, l’ultimo bus prodotto in Italia era il vecchio Napolitano. Capite che abbiamo un disastro per le strade e le autostrade italiane, l’ha appena detto anche Onda Verde, per questo io da anni ho rinunciato alle auto, cammino a piedi, le guardo passare, mi sfilano di fianco, ho conservato l’occhio e l’orecchio per vederne e sentirne i difetti, e poi sorridere declinando l’invito a salire.
Le Pecoraro Scanio però hanno sempre grattato, sulle marce alte.
più della R4?
Di sicuro meno della P2!
le Gelli non hanno mai funzionato bene, e poi uscivano di serie senza ammortizzatori sociali
La fortuna delle Gelli l’hanno fatta il carburatore Sindona a petroldollari e il semiasse sospeso tipo Calvi.
comm’è overo commissa’:)