Archivio mensile:luglio 2017

Vettel: Sandokan in Ungheria

Con lo sterzo traballante che tirava a sinistra, i cordoli da scansare come paletti, Valtteri Bottas e Lewis Hamilton a poggiargli il muso delle Mercedes negli specchietti, e Kimi Raikkonen a fare da barriera, così ha vinto Sebastian Vettel in Ungheria. Strategia di squadra e grandi capacità. Raikkonen, prima riottoso, ha accettato il ruolo di Yanez de Gomera, e a quel punto Vettel si è messo nei panni di Sandokan col turbante al posto del casco, dalla loro ritrovata sensibilità e da una sintonia imposta è uscita una gara di perfezione. Continua a leggere

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Il sud del sud del Santo Abatantuono

Per quanto tempo si può abusare di una visione? E quanto ci mette per tornare sui suoi passi e colpire chi l’ha generata? Siamo in Italia, quindi anche secoli: il tempo perfetto per l’Adelphi di Roberto Calasso. Che, esaurita la Mitteleuropa, è passata al racconto fané del Sud Italia, dopo la Sardegna e la Campania, è arrivata all’estate salentina che: “arrancava in oro liquefatto colando sui campi granata” di Omar Di Monopoli (purtroppo per lui D maiuscola) con “Nella perfida terra di Dio”, aperta da “una impronta rancida” e chiusa con “un piccolo segnale celeste”. Immaginando tutta una impalcatura che da Carlo Emilio Gadda scende ad Andrea Camilleri, sogna Antonio Pizzuto, e invece inciampa in Salvatore Niffoi, per cadere in una noia da pomodori stesi al sole ad asciugare. Continua a leggere

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L’ignoto Guttuso

Alla pasta e ceci al posto della “comare” del Banco dei pegni e alla valigia abbandonata con gli ottanta milioni del Totocalcio, toccherà aggiungere un bassorilievo di Renato Guttuso da ottocentomila euro svenduto a centoquaranta. A “I soliti ignoti”, all’“Audace colpo dei soliti ignoti” e a “I soliti ignoti vent’anni dopo” va aggiunto un nuovo colpo, quello de  “L’ignoto Guttuso”. Continua a leggere

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Almeno un milione di vasche

Ciò che canta non muta, neanche quando cade. Federica Pellegrini vince ancora una volta la medaglia d’oro, sette volte su otto mondiali, nei 200 stile libero. È ancora una volta campione del mondo a 28 anni (quasi 29, li compirà il 5 agosto), come il Roger Federer che a 36 vince a Wimbledon, nuotando in testa all’americana Katie Ledecky (un vero squalo, la prima volta che viene battuta in una gara individuale) e all’australiana Emma McKeon, argento ex aequo. Continua a leggere

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Gli abusi della carpa Nan Ch’ai

Bei tempi quando in “Ovosodo” di Paolo Virzì, il protagonista del film, Piero Mansani, usava all’esame di stato Stefano Benni, insieme al tridente McEwan, Pazienza, Mandela, per denudare la sua commissione. Oggi, Benni, non è spendibile come scrittore fuori dal comune, perché le sue storie sembrano telenovele: c’è sempre qualcuno che ricorda qualcosa dei suoi libri precedenti, una riemersione continua, tra déjà-vu, refrain e citazioni: una pioggia di bennismi. Anche l’ultimo, “Prendiluna” (Feltrinelli), è modellato sui precedenti, un po’ come “Alien”, “Guerre Stellari”, o le vecchie serie tivù tipo “Starsky & Hutch” o “Happy Days”: che potevi vederle già iniziate e capivi comunque. In Benni c’è sempre una missione da compiere, accompagnata dalla follia aromatica cinese di visionari chiusi in manicomio, con corone di musicisti stile Thelonious Monk, Continua a leggere

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