Archivio mensile:dicembre 2017

La lattuga di Gualtiero Marchesi

«Una volta si mangiava e si beveva di più».

Che intende?

«Basta leggere Brillant-Savarin, per farsi una idea. L’abbondanza è evidente e se ne lamentano in tanti, ma sapeva anche scrivere come diceva Joyce ».

Sta dicendo che chi non mangia in abbondanza preoccupa o non sa scrivere?

«Se uno che scrive non mangia e beve, mi genera diffidenza». Continua a leggere

Esordi

Anni fa andai a Comiso per raccontare i posti di Gesualdo Bufalino, e il sindaco di allora, Giuseppe DiGiacomo, mi raccontò di quando lo scrittore, ritirando il premio Campiello vinto per Diceria dell’Untore, alla domanda sul suo  esordio tardivo, rispose: «Precoce, piuttosto. Bastava un po’ di pazienza e avrei esordito beatamente da postumo».

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Le confessioni di Andrew Sean Greer

Per dimenticare il suo amore che si sposa, lo scrittore Arthur Less si mette in viaggio. Messico, Italia, Germania, Francia, Marocco, India e Giappone. Così Andrew Sean Greer, dopo un grande romanzo “Le confessioni di Max Tivoli” e due molto buoni “Storia di un matrimonio” e “Le vite impossibili di Greta Wells”, si perde. Smarrisce la sua capacità di stupire – fin dagli incipit delle storie precedenti –, l’eleganza delle descrizioni e la capacità di orchestrare trame come valzer, finendo per non sembrare più lui. Con “Less” (La nave di Teseo), Greer, gioca con quello che gli viene rimproverato nel libro: «essere un cattivo gay», e, provando a rimediare, diventa un cattivo scrittore; forse era meglio fare un racconto da orsacchiotto, e poi ripartire con un nuovo grande romanzo senza militanze o prove di. Continua a leggere

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De Crescenzo: socratico-maradoniano

Voleva fare il cantante, ma ha avuto tre vite che l’hanno portato altrove, non senza compagnia musicale: ingegnere, scrittore, regista. Luciano De Crescenzo – oggi quasi novantenne – è tra i pochi ad aver davvero acchiappato Napoli, sulla pagina, nello schermo e prima con la fotografia. Un grande amore, che, forse, solo Isabella Rossellini è riuscita a interrompere a tratti – creando piccole distanze ogni volta che tornava – quello tra la città e l’ingegnere che raccontava la filosofia al popolo. Continua a leggere

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Mimmo Paladino e il cosmocalcio artistico

Adesso che il Napoli attraverso i suoi movimenti crea geometrie, che ogni azione è una vertigine di gesti, e che ogni spazio ha una impalcatura di pensiero, è giusto parlarne con un grande artista come Mimmo Paladino. Pittore, scultore, incisore, ma soprattutto uno dei pochi ad avere un linguaggio proprio, radicato, non artefatto. Una forza della natura, che diventa segno, contraddistinguendosi. Fuori dai meccanicismi della riproducibilità, oltre la banalità dell’ideologia, Paladino rappresenta la libertà di essere se stessi, senza condizionamenti di tempo. Capace di elaborare una risposta singolare, impeccabile, includente. Continua a leggere

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