Tutta l’opera di Walter Siti – santificato e collocato nel settimo cielo degli scrittori – oscilla tra Francesco Orlando (Rovine, reliquie, rarità, robaccia, dosata a colpi di Freud) e Pier Paolo Pasolini (vita e desiderio), anche l’ultimo libro: “Bontà” (Einaudi). A un certo punto nelle sue storie arrivano i momenti FO e PPP, ma se “Scuola di nudo”, “Troppi paradisi” e “Il contagio” avevano una forza linguistica scandalosa, il resto è ripetizione come questa ultima novella. Continua a leggere