Archivio mensile:aprile 2020

De Luca: iperbole a catena

Che cosa ne sarebbe stato di Vincenzo De Luca senza la pandemia? Avrebbe dovuto lottare, e molto, per convincere il Pd a ricandidarlo, il Movimento Cinque Stelle non lo avrebbe appoggiato e si sarebbe aperta una sperimentazione politica, invece, con la pandemia il governatore della Campania si è ritrovato con un potere enorme – essendo stato anche commissario della Sanità: quindi controllore e controllato – e con il silenzio totale dell’opposizione in consiglio regionale e anche fuori: dove il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, ha scelto di insorgere per le pastiere, e poi timidamente per le librerie, insomma, poca cosa per uno che diceva di puntare ad essere l’avversario di De Luca. Continua a leggere

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Sepúlveda: ribelle, sognatore e fuggitivo

Aveva un nome da torero e una vita da romanzo di Dumas: piena d’avventure, epica e nessuna paura. Era morto molte volte come gli eroi veri, una per ogni fuga. Luis Sepúlveda, apparteneva a quella generazione latinoamericana costretta a reinventarsi la biografia e i ricordi negli aeroporti e sulle banchine delle stazioni europee, senza documenti, ma con una lingua che diveniva patria leggera e trasportabile: alle spalle il vuoto creato dalle dittature e nelle orecchie la memoria di voci e facce di chi era caduto, come il presidente del Cile: Salvador Allende, di cui fu guardia del corpo. Continua a leggere

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Schwartz – Pasolini: la giusta distanza

Ci voleva la distanza di un americano, Barth David Schwartz, per dipingere il ritratto di Pier Paolo Pasolini, senza tralasciare – come nei quadri di Leonardo – lo sfondo, o il contesto come avrebbe detto Leonardo Sciascia, né perdersi i dettagli. È un librone quello scritto da Schwartz, “Pasolini Requiem” (ripubblicato da La nave di Teseo, uscito nel 1995 da Marsilio), quasi novecento pagine per provare a farci stare la disperata vitalità pasoliniana. Tutto sembra rispondere ad alcuni dei versi del poeta: “la morte non è / nel non poter comunicare / ma nel non poter più essere compresi”, Schwartz prova a far parlare tutti, a leggere ogni pagina, a spiegare ogni storia, incontro, fatto, riportando trame dei film e stralci di poesie, diari, romanzi, articoli e saggi, in una bio-antologia commentata, e ancora non basta, Continua a leggere

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L’esercizio del proprioquà

Il proprioquà è la versione casereccia del Not In My Back Yard, il principio di un litigio più o meno con sangue, e l’indicazione precisa di una violazione apparentemente nulla per tutto il resto del mondo tranne che per uno. È una delle poche cose non dribblabili o ineludibili di un quartiere periferico, che diventa il più gentile diccaaaa ministeriale o il Va’ a laurà, barbùn nel nord. Ora si dà il caso che A. stesse proprio lavorando, ma queste cose all’enunciatore del proprioquà non gliele puoi dire, e dico A. – Continua a leggere

Il villeggiante

Dalla camerata d’un orfanotrofio

muoveva guerra col pallone:

tunnel a Rivera

contropiede per Pasolini

saluto a Ciampi

da chansonnier a chansonnier

scapigliato uguale Kempes Continua a leggere

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