Per gli amici, Domenico Sputo

1. Erede di Puccini, cultore di Totò, fischio e jazz, stornelli da osteria e stadi pieni. Ultima scheggia impazzita della musica italiana del novecento.
2. Insieme a Sandra Milo, unico anello di congiunzione tra il socialismo di Bettino Craxi e il cinema visionario di Federico Fellini.
3. Che dei cani senza padrone sono rimasti solo i suoi cantati in Piazza Grande e i randagi dell’Appia di Pier Paolo Pasolini.

4. Si è interrogato per più di quarant’anni su quanto fosse profondo, ha sognato case sulla riva in cui trovare pace, e ascoltato stornelli del porto per addormentarsi, abbattendo il confine appenninico che divide il golfo di Napoli dall’Adriatico delle Tremiti. Un unico grande mare.
5. Vocale mancante per completare l’articolo determinativo con De Gregori e Guccini.
6. Se per Roberto De Simone è Eduardo De Filippo l’interlocutore e metro di paragone continuo per misurare la distanza e l’ambizione, Pupi Avati ha avuto Lucio Dalla.
7. La nuova vita in cui credere per Gianni Morandi.
8. Erotismo senza disperazione, di stelle di mare tra le lenzuola, di sogni per diventare acqua della doccia, di locali di periferia, a volte magari senza allegria, ma ricordando sempre che è l’amore che ci salverà.
9. Che viaggiando da Mosca a Washington, ha immaginato l’unico futuro possibile, senza più tanghi e caccia da salutare in partenza per i Balcani.
10. Lucio Dalla cantava una lingua meravigliosa, adesso accendendo la radio si ascoltano solo settimane enigmistiche interrotte. E non sono neanche Bartezzaghi.
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