Il salto Shaninsuke

Senza nomeRacconta Jovanotti, Lorenzo Cherubini, cantante, che una domenica d’inverno è andato con Marco Simoncelli e Valentino Rossi a vederli sfrenare in motocross.

Poi aggiunge lo stupore. E niente altro.

Le cronache apocrife parlano di un furgone che conteneva due moto da cross, pare Yamaha, e della campagna marchigiana innevata.

Scopo dell’uscita: la ricerca del salto Shaninsuke. Gli antichi testi parlano di un salto che permette di sentire il profumo dei peschi in fiore di Kyoto in qualunque parte del mondo.

Abbigliamento di Valentino: tuta di Graziano recante buco nel gomito sinistro opera di un coltello di fidanzato geloso. Macchia d’olio ad altezza coscia destra, stimmate da caduta facciale su entrambi i guanti e sul casco altezza tempia destra, strusciato tipo Land Rover alla Parigi- Dakar. Stivali Dainese ultimo modello per fare invidia a Jovanotti.

Passamontagna regalo di una fidanzata svizzera, usato una volta a Cor­tina, per errore, arraffato per sbaglio. Telefonino Nokia, no linea. Oc­chialoni rubati a un maestro di sci valdostano.

Abbigliamento Sic: tuta da cross bianco Moby Dick mai messa, indossata per fare colpo su Jovanotti. Bandana inconsciamente D.F. Wallace in realtà fazzoletto della nonna per andare alla messa del vespro. Stivali da caccia del nonno, i suoi sono stati prestati a Jovanotti che era venuto come da contratto in scarpe da tennis. Casco doppione di una corsa a Misano, passamontagna si dice appartenuto a Fabrizio Corona e dimenticato su una panchina di Riccione inseguendo Belén che voleva vedere il mare d’inverno dopo aver ascoltato la Bertè. Guanti da sci Al­berto Tomba, autentici color tortellino.

Peso Valentino non dichiarato.

Peso Sic: 21 grammi in meno.

Vengono fatte scendere le moto da cross, Valentino assaggia il vento come un Cracco e poi urla da Capriolo Zoppo: di là. Jovanotti rimane affascinato da entrambi non riuscendo a decidere verso chi indirizzare i pensieri della sera nel suo diario-zibaldon-canzone che poi verrà adottato in tutte le scuole del regno.

Sic e Vale hanno mentito dicendosi di aver trovato il salto Shaninsuke, e di conseguenza entrambi fingono di sapere dove ritrovarlo, in realtà vagano a cazzo cercando di ricordarsi dove sta il piccolo lago dove potrebbero pattinare con le moto dimenticando la faticosissima ricerca del salto Shaninsuke.

Jovanotti come un Rommel dell’Appennino li segue con un binocolo russo comprato da un ex agente Kgb ora badante a Cortona. Più che altro allena l’orecchio sul lamento da bluesgasoline delle due motociclette, zanzare a motore che respirano affannosamente in lontananza, arrancando nella neve ghiacciata.

Trovato il piccolo lago, Sic dice a Vale: Sai che i samurai del passato si lasciavano crescere i baffi per essere riconosciuti dopo la morte in battaglia. Vale risponde: Che c’entra anche mio zio, ma non è mica un samurai e poi non è morto in battaglia ma al bar.

E prosegue il discorso girando in tondo come se fosse la Carolina Kostner.

Sic è fermo e gli fa: Sai Vale che il samurai Saito Mimori, ucciso in battaglia a settant’anni, prima di partire si tinse i capelli bianchi con l’incenso per non essere disprezzato dai suoi nemici.

Vale risponde: Ma allora perché c’è andato?

Sic: Non doveva?

Vale: Se si doveva tingere per farlo no.

Sic: Ma era un samurai, quella è la sua vita.

Vale: Anche mia mamma si tinge i capelli bianchi, ma non va mica in battaglia.

E prosegue il discorso impennando.

Intanto Jovanotti è arrivato al piccolo lago. Le voci di Vale e Sic gli arrivano mescolate al blues zanzarmotoresco.

Adesso Vale è fermo e Sic fai i traversi. Dopo due giri in tondo si ferma di fianco a Vale e gli fa: Ma quindi abbiamo rinunciato a trovare il salto Shaninsuke?

Vale si toglie il casco e poi anche il passamontagna e risponde: Secondo me è tutta una menata giapponese, non esiste.

Sic: Invece, secondo me, ognuno di noi si porta dentro quel salto.

Vale: E allora basta saltellare sui nostri piedi.

Sic: Può essere, non c’avevo pensato. Scende dalla moto, la spegne, poi la appoggia al ghiaccio e saltella.

Vale ride.

Sic saltella ancora.

Vale: Lo senti?

Sic: Per ora no, ma

Il ghiaccio si apre e Sic cade in acqua.

Il signor Naoshige chiederebbe: Quanti sono i ragazzi nel lago?

[tratto da “Valentino Rossi, il tiranno gentile, 66thand2nd]

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