Presidenza Amato. Il suo discorso di insediamento inizia ricordando Bettino Craxi, parole che riuniscono finalmente l’Italia dopo decenni. Di Pietro, sopraffatto dall’emozione, confessa la sua omosessualità mentre viene ufficializzato che anche ai Martelli sarà permesso sposarsi. Bobo viene nominato CT della Nazionale under 21 e Stefania diventa presidente della Rai e vice del Csm. D’Alema è incaricato come direttore degli Uffizi e a Travaglio non resta che uccidersi come Mishima ma con un pettine appartenuto a Veronica Lario.
Presidenza Draghi. Primo discorso d’insediamento completamente in inglese, per facilitare le transazioni in borsa dei titoli di stato. Meloni diventa Presidente del Consiglio con un sondaggio Sky, “direttamente dal tuo telecomando” come racconta Ibrahimović, arrostendo il white terrier. Letta e Conte sono nominati vice e Salvini va all’ opposizione. Dopo sei mesi si inverte con Di Maio direttore del Tg1. Travaglio giustifica il tutto con un editoriale che esalta la morra cinese.
Presidenza Gentiloni. Comincia il suo discorso cantando il brano di Carosone “Caravan petrol”. Renzi è de facto Presidente del Consiglio con quota legittima degli Emirati arabi, il Pd finalmente confessa: “Facciamo parte dell’Olp, abbiamo riscoperto Arafat, un Moro con il mitra”. Salvini durante uno stage di danza del ventre viene rapito dall’Isis, inutili i tentativi dei terroristi per la restituzione, l’Europa giustifica: erano già passati sette giorni dall’acquisto. Di Maio è ambasciatore al Cairo e chiede di Mubarak e Nefertiti, crollano le piramidi, Travaglio gira Indiana Jones sotto la Mole.
Presidenza Cartabia. Durante il discorso d’insediamento rivela di essere in realtà Dustin Hoffman e il Quirinale è il set di “Tootsie”: a Hollywood capiscono perché non voleva più fare film, giustamente stava lavorando a questo mockumentary. Draghi resta comodamente al suo posto e per dare senso al Movimento manda Di Maio ad allenare la Nazionale: autodistruzione garantita dei 5 stelle, in meno di sei mesi. Mancini va al Tg1, Beppe Grillo a Tunisi da dove manda videomessaggi come Bin Laden, accusando i giudici di qualunque cosa, Paolo Rossi ironizza sulla latitanza poi fonda un partito che ha come slogan “Andate a quel paese” e tutto ricomincia. Conte diventa ambasciatore di Padre Pio nel mondo e Travaglio suo ufficio stampa.
Presidenza Mattarella bis. Per il discorso d’insediamento, si limita a dire: “Premete rewind e poi play”. Il paese viene retrodatato al 1990, e una volta reintrodotta la Dc la pandemia scompare; De Mita agli Esteri, Forlani alla difesa e Rotondi al confino come direttore editoriale di Neri Pozza. I film di Maresco vengono banditi anche dall’Albania, ma gli viene concessa la possibilità di avere un posto di vigile urbano a Cefalù. Si decide per la messa in latino e insegnamento obbligatorio nelle scuole. Di Maio si ricicla come carceriere libico, Conte diventa preside del liceo d’Azeglio a Torino, D’Alema confessa di essere sempre stato moroteo e di non aver letto “Lettere dal carcere” di Gramsci, Veltroni diventa nunzio apostolico e Salvini capo della polizia Scelba, Meloni valletta di Mike Bongiorno. Berlusconi torna al primo lifting e al sesso senza Viagra. Torna anche il Mattarellum, Travaglio è il nuovo direttore dell’Osservatore Romano.
Presidenza Tremonti. Il pubblico applaude soddisfatto il suo discorso pensando che sia il ritorno di Corrado Guzzanti alla satira. Salvini è Presidente del Consiglio, l’Italia divisa in 5 aliquote di tassazione che incentivano il falso in bilancio e la possibilità di apri conti off-shore a Catanzaro, in più c’è l’annessione della Svizzera, e la vendita della Sardegna e Sicilia. Gli Uffizi vanno a Putin, inizia la Grande Guerra alla Cina con cessione della Calabria ai turchi, Di Maio si ricicla come maggiordomo al Quirinale. Berlusconi si autoproclama Presidente della Fgci, ministro dell’economia e generale della Guardia di Finanza; Ikea compra Mondadori e nascono gli scrittori smontabili. Travaglio è il nuovo direttore del Corriere della sera.
Presidenza Letta. Il nipote diventa premier per par condicio, il francese lingua di stato e Di Maio fugge in Algeria: purtroppo non ha mai visto il film di Pontecorvo e prova a mettere su una resistenza via internet. Renzi si dichiara prigioniero politico e diventa direttore artistico del primo festival canoro di San Marino, il “Raoul Casadei Show”, Berlusconi chiede la Croazia per il suo Monza, Confalonieri intanto è ministro della cultura, e Dell’Utri al Tg1: che finalmente diventa il più grande e bel programma di cultura dai tempi di Lorenzo il Magnifico. Conte tira fuori una tessera di Forza Italia del 1994 e confessa di essere un agente dormiente di Publitalia, di aver sempre tifato Milan pur seguendo il Foggia e mostra una foto di lui trentenne con i capelli di Gullit. Travaglio si fa biondo e fonda una cover band di Battiato.
Presidenza Grillo-joker. Nel discorso di insediamento duetta con Edoardo Bennato, che ci tiene a ribadire sempre la sua indipendenza, dopo essersi esibito nella stessa giornata con Roberta Metsola, Gianni De Gennaro, Topolino e il Subcomandante Marcos. Il Vesuvio erutta per disperazione, dando il via a sommosse, e maremoti. Moby risanata, diventa sponsor della Nazionale allenata da Cacciari. Pippo Baudo è premier a vita, mentre Amadeus va agli Interni. Con poca sorpresa a Veltroni viene affidata la conduzione di Sanremo, e Celentano viene incoronato sindaco di Milano. A Di Maio toccherà accontentarsi del Fatto Quotidiano, Conte entra in latitanza in Aspromonte fondando la ‘ndrina Padre Pio e Travaglio riparte dalla Lega.
Presidenza Pera. Discorso di insediamento in duetto con papa Ratzinger e giro d’onore del Quirinale in mutande. Tremonti diventa premier e Salvini va a capo di Mediaset. Cacciari è ministro degli Esteri e Vattimo della Difesa. In più Paolo Flores d’Arcais va al Tg1, Travaglio a Micromega, Berlusconi all’Onu, e viene istituito l’obbligo di comunione una volta al giorno e messa al posto dei tg regionali, all’ora del Popper nella notte. Giuliano Ferrara va al Fatto Quotidiano, Conte si unisce ai Maneskin, Di Maio cambia sesso e cerca di riciclarsi come velina.
Presidenza Bindi. Il suo discorso inaugurale promette di spendere metà dei fondi europei per i boy-scout: tutto in chitarre, nuove chiese, oratori. Renzi torna bambino e vuole condurre la nuova versione di Bim Bum Bam. Letta preferisce essere premier alla pensione anticipata, mentre Meloni si fa ricoverare a San Patrignano. Salvini fa evadere Verdini, insieme aprono un ristorante di sola polenta a Bali, Berlusconi ingoia una fiala di cianuro. L’Italia diventa davvero un paese cattolico alpinista, con “Il nome della rosa” come libro di testo base della scuola pubblica. Nascono le cattedre per la ricerca di un nuovo modo di pregare. Il paese si trasforma in una specie di Svizzera senza banche ma con più consorzi di cioccolata e mucche allevate da Di Maio che si ricicla come fattore. Torna dall’esilio Di Battista per diventare direttore del Fatto Quotidiano, Travaglio monaca di Monza.
Presidenza Napolitano. Il discorso è un reboot della Marvel, ma instaura la monarchia e il Parlamento diventa un reality di Sky. Viene nominato Gran Ciambellano di corte Ezio Mauro, che poi si dimette e gli subentra Michele Serra, per poi lasciare il posto a Roberto Saviano che denuncia infiltrazioni camorristiche nella ristorazione di corte. Arriva come commissario straordinario alle pietanze e alle imprese chimiche Antonino Cannavacciuolo, che uccide re Giorgio I con un pollo ai peperoni. L’ Italia è finalmente libera, Antonino regna per trent’anni, illuminando le pance degli italiani e fa dell’Italia un gigantesco resort che vive di turismo, moda e soprattutto buona cucina.