Archivio mensile:marzo 2022

I palloni della nostra Bellezza perduta

452548ef-79ae-4de4-aac2-41fea6514a6b-u333014692079404og-452x450corriere-print-nazionale1-kcec-u33301481328689vhg-656x492corriere-web-sezioni_MASTERSono emersi come reperti archeologici, anzi sono piovuti dal cielo, tornando nella piazza che era stata immaginata come campo. Tanti palloni – consumati e no, bianchi e neri, anche colorati, ne ho contati 54, quindi 54 partite interrotte – che erano stati tiri sbilenchi, imperdonabilmente calciati senza coordinazione e finiti sul tetto della chiesa San Tommaso di Ascoli Piceno. Ed è subito Costantino Rozzi, Carletto Mazzone, Vujadin Boškov, Walter Casagrande e il Corinthians, Hugo Maradona, Dirceu e persino Oliver Bierhoff, e chiunque seguisse il calcio negli anni Ottanta e poi Novanta saprebbe continuare con altri nomi, quando le squadre anche quelle lontane dai posti dove abitavi erano il principio di una passione comune. Continua a leggere

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La pace e il patto di Abramovič

_123637999_9b969b1c-167d-4e27-84fb-2021ac3c3f9bNon sappiamo se Abramovič è stato davvero avvelenato, dice Ben MacIntyre sul “Times”, intanto in Italia lo denigriamo (l’altro giorno su “La Stampa” c’era un articolo a dir poco squilibrato, oggi – per fortuna – Imarisio sul “Corriere” gli riconosce il coraggio). Provate a notare come ci sia un dispiacere evidente per la pace, invece ci dovrebbe essere un entusiasmo diffuso, una speranza a pioggia, un sostegno capillare per chi la cerca. È una scommessa fatta da uomini dubbi? Sì, e allora? Sono lontani da noi? Certo, ma non possiamo avere Bob Dylan. Continua a leggere

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Cerasa e guera nun fa primavera

16bc7158a8bcee7922f909fb5e515d95Ogni volta che un italiano parla di guerra si dovrebbe prima ricordare di Alberto Sordi. Se poi è un direttore di giornale allora tripla razione di Alberto Sordi. Prendo solo l’ultimo, Claudio Cerasa, del Foglio, che parla di metodo Will Smith da applicare a Putin. A parte che è evidente che Cerasa non distingue uno schiaffo da un pugno, e sono fortune, poi c’è anche il problema che non distingue nemmeno i ruoli. In questa guerra tra Russia e Ucraina Erdoğan sembra Andreotti, che non a caso era quello che votava Sordi. E torniamo ad Albertone che raccontò a Benvenuti (il grande sceneggiatore, Leo, non l’attore) la sua guerra. Continua a leggere

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SOLO MACRON VUOLE VIVERE

bacvbbcxccio -123-kywH-U433101146607479llG-590x445@Corriere-Web-SezioniPensavo che Emmanuel Macron fosse il bianco dell’uovo, poi il messaggio per la morte di Maradona mi ha fatto cambiare opinione, come il discorso di addio a Belmondo, perché è nei congedi che si vedono gli uomini, è nel cantare i morti che si vede l’amore per la vita; poi avrà un grande ghost, ma sa recitare e conosce Eduardo De Filippo – il faut attendre la fin de la nuit – e ora mi appare come l’unico vivo in una Europa di vecchi che cercano la morte o forse sono già morti, a cominciare da Draghi. Macron – per ora e speriamo non sia il solo – da capo di stato dissente dal discorso suicida di Biden, e tratta con Putin, Continua a leggere

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Vladimì, fai meno

Santissimo Vladimiro, la faccia mia – ma soprattutto quella di Molinari – sotto i piedi tuoi, ti scrivo per dirti: e che è? Basta, e che miseria. Kiev, Mariupol, Odessa, Kharkiv, Cherson. Hai fatto troppo. Eravamo rimasti che era una cosa per spaventarli, e invece te mise a fa st’ammuina? Il mio appello più che umanitario è un appello di sopravvivenza: hai idea di che vuol dire passa’ n’ata jurnata a senti’ Giletti ca’ ‘uerra ‘ncapa che cita Buzzati, Roberto Saviano che parla di mafia russa co’ Mohylevyč che ha pigliato ‘o posto dei casalesi, Paolo Mieli con la maglietta della Nato che dice di entrare in guerra, Orsini che te ti dà ragione piangendo davanti alla maglietta di Mieli, la gente non campa più: conosco giudici che invece ‘e scrivere ‘e sentenze fanno gli inviati di guerra, no che Kiev, dal salotto. Continua a leggere

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