Sono emersi come reperti archeologici, anzi sono piovuti dal cielo, tornando nella piazza che era stata immaginata come campo. Tanti palloni – consumati e no, bianchi e neri, anche colorati, ne ho contati 54, quindi 54 partite interrotte – che erano stati tiri sbilenchi, imperdonabilmente calciati senza coordinazione e finiti sul tetto della chiesa San Tommaso di Ascoli Piceno. Ed è subito Costantino Rozzi, Carletto Mazzone, Vujadin Boškov, Walter Casagrande e il Corinthians, Hugo Maradona, Dirceu e persino Oliver Bierhoff, e chiunque seguisse il calcio negli anni Ottanta e poi Novanta saprebbe continuare con altri nomi, quando le squadre anche quelle lontane dai posti dove abitavi erano il principio di una passione comune. Continua a leggere