Archivio mensile:luglio 2022

Celi in una stanza

hc8fx9Antagonista di tutti, ma sempre alleato del film. Che fosse nemico di James Bond o Sandokan non aveva importanza per Adolfo Celi, perché dietro l’essere prescelto come il cattivo più cattivo – anche Satana per “Amici miei” – c’era un attore che amava recitare, in qualunque angolo del globo dovesse arrivare.

Il professor Sassaroli, non solo il medico che ognuno vorrebbe, ma una religione migliore del buddismo. Un limite per la sofferenza in amore fissato a tre quarti d’ora, una geometria perfetta di diagnosi e cura, catene di affetti e nipoti da parte di fava. Continua a leggere

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L’epicureo non si perde in un bicchiere d’acqua

1516025204718Un enzima fuori luogo. Uno che si era impadronito – da estraneo – di uno spazio non suo, e più cresceva il consenso – giustificato – più si incazzavano i filosofi. Intanto girava film, fotografava Napoli, andava in tivù a cazzeggiar&cantar con Renzo Arbore a dimostrazione che si poteva partire da Renato Caccioppoli per arrivare a Socrate passando per i bassi di Napoli con Cartesio. Una strada lunga, tortuosa, ma piena di risate. Luciano De Crescenzo era bello, un napoletano apollineo, che rideva di tutto: e qua si potrebbero scomodare la poetica di Aristotele e il riso, e in un balzo arrivare a “Il nome della rosa” di Umberto Eco e in uno scherzo del destino leggerlo come riduzione del problema decrescenziano. Continua a leggere

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Yes, you Caan!

1646500895_241_James-Caan-The-Oscar-for-the-Godfather-I-deserved-itC’è una furia cieca ad ogni visione de “Il padrino” di Francis Ford Coppola, una forza direttamente proporzionale alla giustizia e alla vendetta, che fa i conti con i suoi istinti, decidendo di zittire il buon senso e l’indole all’autoconservazione. E quella furia è Sonny, Santino, per tutti noi: James Caan.

È un figlio del Bronx, un discendente di quelle trame dirette da Robert De Niro, sempre al limite tra l’uscio della macelleria del padre, l’ombra dei marciapiedi e il chiarore delle sinagoghe di New York. Una potenza che non sapeva di custodire l’efficacia degli allenamenti di Rocky in futuro.

Segue la linea diretta di Philip Marlowe, interpretando l’investigatore in “Omicidio a Poodle Springs”, dopo che il ruolo era passato da Humphrey Bogart a Robert Mitchum, da Elliott Gould a Steve Martin, l’ultimo capitolo cinematografico che non può che lasciarci con un: «è ok per me». Continua a leggere

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