Archivi tag: Afghanistan

William T. Vollmann – Cioè:…che mi hai portato a fare sotto a Pomigliano se mi vuoi chiedere solo quante pagine scrivo al giorno?

immagine_3_37Come in una specie di catastrofe fisica, una somma causale di vizi o errori, tutto collassa quando uno degli organizzatori dice: «Ci dispiace, ma dobbiamo andare a mangiare, siamo a digiuno da ore, lo scrittore e i presentatori anche, lavoriamo da tempo, l’incontro finisce qua». L’incontro, era quello con William T. Vollmann, scrittore americano in tour in Italia, e si svolgeva a Pomigliano d’Arco. Quello che aveva preceduto questa catastrofe intellettuale di derivazione fisica, erano state 4-5 domande banali, circondate dai fatti personali dei due presentatori, con risposte tradotte male da un ragazzo appena tornato dall’Erasmus in Inghilterra, suppongo. E lo dico con tutta la compassione possibile, ma c’erano omissioni, salti lessicali, finezze linguistiche non colte, e soprattutto tanta confusione, avvolta dal glamour, perché come anni fa ci fece scoprire Wim Wenders: non conta più essere ma filmare, non conta la discussione, il pensiero, l’elaborazione, ma soltanto l’immagine che testimonia l’evento. E ci sta. Il fatto che Vollmann venga frainteso e tradotto male – per chi legittimamente non comprenda la sua lingua – è relativo rispetto alla restituzione fotografica di Vollmann che parla. Mi rendo conto che questo è un dato minimo, ma diventa fondamentale rispetto al fatto che chi compie queste azioni spesso le reitera con la bandiera di solidarietà di turno, in questo caso quella ucraina, dato non secondario. Continua a leggere

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Se non c’è Strada dentro il cuore degli altri prima o poi si traccerà

Senza nome1) Mentre l’Afghanistan assiste al ritorno dei talebani e delle politiche d’invasione di Bush, Gino Strada ha fatto in tempo a ricordare al mondo quanto fosse assurda e spietata la guerra cominciata quasi vent’anni fa dall’Occidente. Continua a leggere

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Scibona: scavo identitario nel maschio americano

Un albero genealogico oscuro e infestato, ecco “Il volontario” (66thand2nd, traduzione di Michele Martino) di Salvatore Scibona, scrittore italo-americano con sulle spalle il difficile compito – affidatogli dalla critica americana – d’essere la continuazione naturale di Don DeLillo. E, consciamente o inconsciamente, il suo secondo romanzo – dopo “La fine” (2010) – sembra smarcarsi anche da questa eredità, lavora sull’Io, su quello che c’è prima e dopo i nomi, le famiglie, in uno scavo identitario nel maschio americano. Ma tranquilli non è una seduta di psicanalisi, no, Scibona mescola letteratura e cinema, azione e riflessione, bordeggia abbandono e senso di responsabilità senza l’investitura epica di Cormac McCarthy, ma giocando a scovare le ambiguità, a puntellare le occasioni mancate, minando il machismo americano: abbiamo due sergenti, due reduci, uno dal Vietnam e uno dall’Afghanistan, Continua a leggere

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Romanzi criminali

Ci sono diversi modi di evadere dalle prigioni, quello più sicuro è la scrittura. Molti criminali scelgono questa via di fuga, riscrivendosi o inventandosi, finendo per diventare persino famosi, al punto di riuscire a rendere la fedina penale secondaria. La scrittura si nutre di crimine e il crimine alimenta scrittori. Per questo non bisogna lamentarsi di “Malerba” il libro del killer di mafia condannato all’ergastolo, Giuseppe Grassonelli, scritto col giornalista del Carmelo Sardo, che ha vinto il Premio Sciascia. Continua a leggere

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Bane

Felipe DanaSono cominciate le evacuazioni delle zone A-E della Campania, con l’aiuto dell’esercito americano e dopo mesi di trattative, con molta lentezza, la maggioranza dei cittadini ha accettato di lasciare la regione. Anche ora con l’esodo forzato in corso, e con l’accettazione delle decisioni governative e l’appoggio della Nato, le manovre non sono affatto facili. Continua a leggere

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