Archivi tag: Alberto Sordi

Cerasa e guera nun fa primavera

16bc7158a8bcee7922f909fb5e515d95Ogni volta che un italiano parla di guerra si dovrebbe prima ricordare di Alberto Sordi. Se poi è un direttore di giornale allora tripla razione di Alberto Sordi. Prendo solo l’ultimo, Claudio Cerasa, del Foglio, che parla di metodo Will Smith da applicare a Putin. A parte che è evidente che Cerasa non distingue uno schiaffo da un pugno, e sono fortune, poi c’è anche il problema che non distingue nemmeno i ruoli. In questa guerra tra Russia e Ucraina Erdoğan sembra Andreotti, che non a caso era quello che votava Sordi. E torniamo ad Albertone che raccontò a Benvenuti (il grande sceneggiatore, Leo, non l’attore) la sua guerra. Continua a leggere

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Ma ‘ndo Hawaii se Sordi nun ce l’hai?

1. Americano a Roma, vedovo, una vita difficile, una maschera italiana che aspetta ancora di essere compresa appieno.
2. Perché i lavoratori ne “I vitelloni” sono la più sincera sintesi di Confindustria.
3. Lo sceicco bianco doveva essere la politica estera italiana, un po’Pascià con Soraya, circense con le due germaniche Kessler; alla fine abbiamo avuto un Rutelli che va a lezione da Blair.

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La speranza a Napoli non ha mai avuto vita facile

Si chiama Gennaro, come il santo protettore, è l’uomo forte – apparentemente, come tutti gli uomini forti italiani – il Gattuso chiamato a rimettere in ordine lo spogliatoio del Napoli: un commissario straordinario che parla al ventre seraesco e che rimette in asse la città col paese; con l’allontanamento di Carlo Ancelotti – il calcio non è mai solo calcio, senza scomodare Galeano – si mettono in ordine geometrico, con una linea poundiana, campo, città e regione. Continua a leggere

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Max Fox: ladro di biblioteche per amore

Cerca la storia del presente Sergio Luzzatto, e la trova attraverso le imprese di Massimo De Caro, un bugiardo, imbroglione, falsario, ladro. Almeno stando al primo livello, poi c’è il resto, c’è la vita e ci sono le relazioni, c’è la biografia e il contesto, e così, questa si trasforma in una storia esemplare, il tentativo di diventare l’opposto di quello che si dovrebbe essere, una metamorfosi, e, poi, di lato, ci sono anche i tormenti dello storico che rischia di seguirlo, scivolando verso le ragioni di una mente perversa. Ecco “Max Fox” (Einaudi), un libro che solo apparentemente è un saggio, in realtà è l’evoluzione narrativa di una storia che poi sarà film, ovvero come Massimo De Caro partendo da una onesta famiglia della borghesia di sinistra arrivi ad essere una sorta di personaggio della serie Ocean’s di Steven Soderbergh o la versione maschile della falsaria interpretata da Melissa McCarthy in “Can You Ever Forgive Me?” (Copia originale). Continua a leggere

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Non c’è che una stagione: l’estate

Quando dice: «io provo a fare commedie», abbassa la voce, ed è lì che viene fuori l’Enrico Vanzina che non insegue suo padre Steno ma prova a continuare la sua lezione, con amore, senza gara, anche dopo aver sceneggiato più di cento film. È bravissimo nel raccontare le storie della sua vita, nell’evocare i ricordi, cambiando voci e lingue, recitando gli incontri, mimando le facce e la gestualità delle persone conosciute, alternando leggerezza e malinconia, dettagli e campi larghi, è il cinema che si fa a parole, quello che precede la scrittura e poi il girato: che spetta all’altro pezzo della coppia, il fratello Carlo. Insieme possono dire di aver vissuto e di averlo saputo raccontare. A loro si deve il film che dopo “Il sorpasso” di Dino Risi è riuscito a catturare il sentimento dell’estate: “Sapore di mare”. «Noi volevamo proprio evocare “Il Sorpasso”, che rimane il film più bello del cinema italiano: un viaggio, una auto, due amici, ferragosto e il senso della vita. Abbiam cercato anche Catherine Spaak ma non poteva. E, poi, proprio quelli che i produttori non volevano, sono stati gli attori che più hanno beneficiato di quel film». Continua a leggere

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