Ogni volta che un italiano parla di guerra si dovrebbe prima ricordare di Alberto Sordi. Se poi è un direttore di giornale allora tripla razione di Alberto Sordi. Prendo solo l’ultimo, Claudio Cerasa, del Foglio, che parla di metodo Will Smith da applicare a Putin. A parte che è evidente che Cerasa non distingue uno schiaffo da un pugno, e sono fortune, poi c’è anche il problema che non distingue nemmeno i ruoli. In questa guerra tra Russia e Ucraina Erdoğan sembra Andreotti, che non a caso era quello che votava Sordi. E torniamo ad Albertone che raccontò a Benvenuti (il grande sceneggiatore, Leo, non l’attore) la sua guerra. Continua a leggere