Archivi tag: Aldo Buzzi

Trellini: detective di rimandi e cuciture per Italia-Brasile ’82

Scelta da “Time” come la partita più bella della storia del calcio, Italia – Brasile del 1982 – come tutto quel mondiale, che gronda epica – continua a farsi raccontare, a richiedere piccoli Omero che ne fanno Iliade. Uno dei primi a capirlo fu – ovviamente – Pier Vittorio Tondelli con “Dinner party”, poi vennero i singoli racconti dei calciatori, poi i romanzetti italiani che ci mettevano l’urlo di Tardelli, dopo i monologhi come quelli di Davide Enia e ora arriva Piero Trellini con “La partita” (Mondadori) che prorompe, allarga, spiega, connette, andando a trovare l’inverosimile, cercando di farne una opera wallaciana, ma gli manca la scrittura non il coraggio, e proprio per il suo coraggio il libro merita di essere letto, perché c’è uno sforzo enorme e molta bellezza. Zeppo di parentesi come note al largo della partita, microstorie, flashback, rimandi e cuciture, ci sono biografie e salti temporali, spiegoni politici – sia per il Brasile della dittatura che per la Spagna franchista e post, e non manca la serie italianissima sulla P2 –; Continua a leggere

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Una vecchia lettera di Depardieu a Bielsa

Caro Marcelo,

il panorama è fatto di case piccole e monotone, per questo scrivo a te che sei un castello. Non ci vediamo dai tempi di Marsiglia, quando accettasti di farmi entrare nel tuo rifugio e mi cucinasti due uova al tegamino bevendoci su Borgogna (era l’Echezeaux Grand Cru, 2002 di René Engel), in fondo erano solo le undici del mattino, ci poteva stare. Continua a leggere

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Si mangiano pappagalli

(Seminary Street) Stando a letto, nel silenzio del mattino, sento il rumore del cucchiaio di S. che sta prendendo il suo breakfast di cornflakes e latte. Il cucchiaio tocca la tazza col suono di una fioca campanella da pecora, come se di là ci fosse un prato di montagna in discesa dove stanno sparse delle pecore che brucano a testa bassa. E ogni tanto la pecora-guida, o forse un montone, alza bruscamente la testa e la scuote, mentre mastica, e fa suonare la campanella. Ho cominciato a scrivere tardi, così, ora, malgrado l’età, posso in un certo modo considerarmi uno scrittore giovane, uno che ancora legge imparando, non ancora stanco della vecchiaia. Per anni mi sono alzato presto tutte le mattine per andare a lavorare. Continua a leggere

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Sandwich

3a0e9ce7407b3fdcd116fee1605a1e4c_w_h_mw650_mhUn sensibile miglioramento nella cucina dei ristoranti americani è opera meritoria (l’unica) dei gangster mafiosi, gente che ha sempre dato alla tavola grande importanza: e a tavola, infatti, ne sono morti ammazzati molti. Joe Cipolla (profetico nome), che arrivato in America dalla Sicilia nel 1903 è stato cuoco di tre generazioni di capi, don, big shots, pezzi da novanta, caccioccole, grease balls e uomini d’onore, ha riunito in un suo libretto, The Mafia Cookbook, il meglio della sua esperienza, dal pollo alla Valachi, ai piccioni alla lupara, alla caponata di Al Capone… D’altra parte, l’abitudine del lunch rapido di mezzogiorno ha fatto nascere sandwich di tantissime qualità: alcuni colossali, a molti strati, difficili, senza pratica, da maneggiare. «Gli americani» dice Chandler «divorano qualsiasi cosa purché sia tostata, tenuta insieme con due stecchini e contenga qualche foglia di lattuga, preferibilmente appassita, che sporge dai lati». Continua a leggere

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Parliamo d’altro

«Cosa si prova a 95 anni, dice? » Mi guardo nello specchio del barbiere, che sta lavorando con le forbici come se suonasse uno strumento musicale. «Quello che si prova a 95 anni è quello che si provava anni fa a 85 anni. E quello che si proverà, fra un po’ di anni, a 105. A parte i malanni: la stanchezza». Continua a leggere

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