I bambini che toccano il clamore
e le spoglie invisibili di piume
che vanno al proprio lume.
Forse l’amore è sempre un altro amore
E l’odore al ricordo un altro odore,
di là dove nei muri voce a voce Continua a leggere
I bambini che toccano il clamore
e le spoglie invisibili di piume
che vanno al proprio lume.
Forse l’amore è sempre un altro amore
E l’odore al ricordo un altro odore,
di là dove nei muri voce a voce Continua a leggere
“Un gallastrone che canta fuori orario alle prime stelle, andato oltre Cartesio (penso dunque sogno)”, si descriveva così, anni fa, in una prefazione a Jorge Valdano. Gianni Mura è il gioco che dalle strade del ciclismo e dai campi di pallone arriva alle pagine. Etica ed estetica che trovano forma nella parola, senza perdere le radici di quello che, incontrando i suoi occhi, gli ha dato stupore. La forza della sua scrittura viene dall’esattezza del suo sguardo, che diventa credibilità del racconto. È l’anomalia che alimenta la speranza, tenuta da una leggerezza che dopo 30 Tour de France gli fa già pensare a quello dell’anno prossimo. Continua a leggere