Archivi tag: america

Padrino, don’t preach

1. Insieme alla Bibbia alla Torah e al Corano, il Padrino spiega il mondo, ma con più attualità e più tradimenti.
2. Siamo stati tutti Sonny una volta nella vita: irruenza, istinto e per fortuna nessuno c’ha sparato. Chi non è stato Sonny non è mai cresciuto e non sa cosa si è perso.
3. Invece di contare la vostra età per candeline e cerchi concentrici nel tronco, potresti limitarvi a contare i Tessio.

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Scibona: scavo identitario nel maschio americano

Un albero genealogico oscuro e infestato, ecco “Il volontario” (66thand2nd, traduzione di Michele Martino) di Salvatore Scibona, scrittore italo-americano con sulle spalle il difficile compito – affidatogli dalla critica americana – d’essere la continuazione naturale di Don DeLillo. E, consciamente o inconsciamente, il suo secondo romanzo – dopo “La fine” (2010) – sembra smarcarsi anche da questa eredità, lavora sull’Io, su quello che c’è prima e dopo i nomi, le famiglie, in uno scavo identitario nel maschio americano. Ma tranquilli non è una seduta di psicanalisi, no, Scibona mescola letteratura e cinema, azione e riflessione, bordeggia abbandono e senso di responsabilità senza l’investitura epica di Cormac McCarthy, ma giocando a scovare le ambiguità, a puntellare le occasioni mancate, minando il machismo americano: abbiamo due sergenti, due reduci, uno dal Vietnam e uno dall’Afghanistan, Continua a leggere

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The flame-spangled banner

Bruciò la cartolina illustrata

dell’America

tenendola per mano

durante la celebrazione degli assenti

 

la vistosa decadenza

che spuntava dalle fiamme

turbava la quiete pubblica

tra un sandwich e una Coca-Cola Continua a leggere

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Tom Brady: quarterback e gentiluomo

È il migliore, non il più grande. Tom Brady è il quarterback – gioca nei New England Patriots – più intelligente, più scaltro, più motivato e vincente della storia del football americano, ma non è il più grande, perché privo di pathos. È una Serena Williams rovesciata – perché bianco – che colleziona record e vittorie, mette in fila Super Bowl e rimonte, ma non riscalda i cuori. Continua a leggere

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Come un ananas

Rimase immobile a guardare la mano che afferrava l’ananas, mentre diventava sempre più distinta l’immagine per anni rimossa. All’improvviso, in un supermercato della provincia americana, poteva sentire echeggiare i rumori del campo, gli ordini nella sua lingua madre e l’abbandono della condanna. In mezzo a una costellazione luminosissima di banchi e scaffali, c’era solo quella mano che teneva l’ananas: in un sostanziale allineamento tra ricordi. Continua a leggere

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