Rodger Scott, il campione di sumo dalla pelle nera, ha consumato la sua voglia di capire le donne e ora si preoccupa solo di sudare. Le ha guardate a lungo, come si può guardare il cielo, continuando a stupirsi che vada oltre i grattacieli della città dove vive, che il blu, il grigio il bianco abbiano ancora spazio anche fuori dal suo sguardo. E che le stelle, no, non stiano in tasca. È un sentimentale, anche se a vederlo combattere non sembra. I chili ingannano, dico quando afferra gli avversari, fuori dagli incontri si sa: i grossi o stanno in porta o sono buoni. Il suo problema è che non è pronto ad accogliere le donne che gli appaiono come temporali sulla costa oceanica, e ci rimane male quando se ne vanno, dopo aver scaricato, che sia pioggia o baci, Rodger ci mette del tempo per riprendersi. Poi ci riprova, e poi rimane male. è successo diverse volta, una di più, l’ha segnato. Adesso ha smesso. Come una attività che chiude per mancanza di soldi. A distruggere la pazienza del grosso, è stata Leah (לאה), una cantante, neri gli occhi, vai a sapere il resto delle parole che cantava, era ebrea e le strofe erano nella sua lingua. Lui diceva: «nera e basta. Occhi suoi, pelle mia». Lei sorrideva, cantava, e dopo lo amava. Quando è finita la promozione americana, è sparita. Lui ha provato a cercarla, lei non hai mai risposto. Continua a leggere →