Archivi tag: Amos Oz

“È stata la mano di Dio”: ‘na cosa a dicere

locandinapg1«Tutto è autobiografia, niente è una confessione», scrive Amos Oz in “Una storia di amore e di tenebraraccontando la sua famiglia, forse avrebbe dovuto utilizzarlo come epigrafe anche Paolo Sorrentino ne “È stata la mano di Dio”, evitando le domande travagliesche sulla verità – sopravvalutatissima – che ora abitano anche i critici cinematografici. Sorrentino sceglie Maradona come epigrafe e il suo: Ho fatto il possibile, come a dire questa è l’acqua. E trattandosi di acqua napoletana degli anni Ottanta, c’è tantissimo. Si comincia con un San Gennaro pop-gagà-desichiano e si finisce con un monaciello che saluta un treno come se salutasse il Rex. Magia, affetti, evocazioni, per quello che non si è visto e si inventa, o per quello che si è vissuto e lo si reinventa. Tutto il cinema precedente di Sorrentino aveva un ritmo ovattato, grandi estetismi, ricerca della scena, e ora sappiamo che doveva fare da preludio a questa eruzione di semplicità. Continua a leggere

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La fidanzata di Lenin

Penso che i paesi abbandonati siano i lunedì di Dio. Sono ritornato a vederne due, nella provincia di Salerno: Romagnano al Monte e Roscigno Vecchia, il primo lasciato dopo il terremoto dell’ottanta, il secondo in seguito a diverse frane ha preso a svuotarsi all’inizio del secolo scorso, non voglio farvi la storia, che in molti conosceranno già, voglio ragionare sulle rovine, partendo da Ruskin passando per la lingua ebraica con Amos Oz, per l’arte dell’artista cinese Song Dong, per la fidanzata di Lenin in soffitta, per arrivare a come reagiamo davanti all’autopsia di un posto. È un discorso lungo, cercherò di metterlo giù con chiarezza. Partiamo da Ruskin, un critico importante, che scrisse: la composizione è l’ordinamento di cose disuguali. Continua a leggere

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