Archivi tag: Athletic Bilbao

Ventura tra De André, Nietzsche e Calà

In un percorso da scavo archeologico, l’Italia ha scelto prima l’erede e poi il patriarca, prima il ragazzo che aveva capitalizzato e poi il vecchio che invece ancora sperpera. Dalla seriosità di Antonio Conte si passa alla libidine di Giampiero Ventura: «Sono stato il primo a giocare con il 4-2-4, a Pisa e Conte è stato onesto ad ammettere che si era ispirato a me». Continua a leggere

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Poderoso Caballero

Rafael Benitez è la voce del Napoli, da lui può nascere ed edificarsi l’impresa al San Mamés, contro l’Athletic Bilbao. L’eventuale epopea di una Champions League degna di essere vissuta, la possibilità di farsi o meno divinità pallonara, nume di gol e statistiche, amore di una città che vive inchiodata ai sogni che devono sempre venire da lontano, da fuori, dal mare o dal cielo e mai dal suo ventre. Tutto questo Benitez lo sa, proprio perché quella è la sua voce che si fa corpo, voce che sta sul bordo estremo, quello che vive impigliato alle reti delle porte, e, che, per paradosso, segna più di ogni altra cosa: l’orlo del tempo cittadino. Benitez sa che si rischia di essere puniti per troppa passione – anche se scomposta e fischiante –, per questo mette le mani avanti, per questo sorride e dribbla domande sulla vittoria molto più di quanti calciatori superi Mertens in campo. Continua a leggere

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I Kavanos

edison-cavani-gossip-600x356Ora che anche il suo vicino di casa a Montevideo, Gian Antonio Orighi, ci ha fatto sapere che Edinson Cavani deve giocare con l’Athletic Bilbao perché è la sua squadra e lui aveva una nonna basca e deve cambiare ruolo, perché lo ricorda qui, in cortile, bambino, giocare come portiere – e parare tutto –, anche il reality “Cuore selvaggio” si interroga su questo. Continua a leggere

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Posizione di tiro

La rovesciata e il colpo di tacco nel calcio sono come i Beatles e i Rolling Stone nella musica, almeno per me, e quindi talonnade e Mike Jagger. La rovesciata è barocca, è un urlo, e infatti piace ai più. Il colpo di tacco è il silenzio nel caos delle aree di rigore. E io sono un tipo piuttosto silenzioso, votato alle cose impossibili – per dire amo l’Athletic Bilbao, da prima che arrivasse Marcelo Bielsa, mi basta sapere che non imbrogliano e che sugli spalti c’è una ragione sentimentale, anche sbagliata e minoritaria ma autentica. È come per le donne e i libri ognuno ha i suoi canoni. Tra i tanti calciatori capaci di colpire il pallone con l’altra punta estrema del piede, c’era Rabah Madjer, algerino, anche lui come Hugo Sanchez, un dispari (ripeto la mia teoria sui calciatori, per gli assenti: ci sono giocatori definiti “pari” come Messi, Cruyff, Baresi, che non solo sono grandi ma hanno anche una squadra apparecchiata, poi ci sono i calciatori definiti “dispari”, cioè quelli bravissimi come Sanchez, Milla e appunto Madjer, che però non hanno la squadra, e poi c’è Maradona che squadra o no, importa poco, è fuori categoria, per dirla con Menotti: “quello che prende una banda e la trasforma in una orchestra”). Continua a leggere

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