Archivi tag: Bergman

Domani nell’area di rigore pensa a me

img_20150920_0001Per Javier Marías il calcio era drammaturgia, cinema naturale, «per questo il suo mondo è stato portato di rado sul grande schermo: parrebbe una ridondanza». Lo guardava come si guarda una sfilata di eroi, banditi, pistoleri, figuranti, marziani e bionde, innamorati e bambini, Marlowe e Marilyn, tirando fuori storie meravigliose dalle barbe agli sguardi, dal canto degli inni ai calci di Cantona: il miglior Marías – selvaggio e sentimentale – quello che scrive di pallone, non preoccupandosi di pettinare la pagina, ma lasciandosi andare, tanto che nei suoi elenchi finisce anche l’impensabile: Vierchowod. Guardava le squadre e i loro linguaggi come si guardano i film di Ford o Lubitsch, sapendo che gli autori usano interpreti diversi ma a loro affini: «mai John Wayne in un’opera di Billy Wilder», o Maradona alla Juventus. La Nazionale italiana che vinse il mondiale del 2006 gli ricordava la bimba “Bellissima” di Visconti; il suo amatissimo Real Madrid era puro cinema di Hitchcock, con preferenza per le bionde: Di Stéfano, Kopa, Netzer, Velázquez, Pardeza, Prosinecki e Butragueño; Continua a leggere

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Le convinzioni dell’umidità

Vorrei tanto raccontarla come Sebald ma non sono Sebald, vorrei anche provarci, perché già solo a dirlo viene bene: Don DeLillo a Capri raccontato da Sebald, ma io non sono Sebald, e se è vero che è brutto non essere visto nei sogni degli altri è ancora più brutto saperli immaginare – i sogni – senza poi avere la volontà di esaudirli. È complicato? Lo so, anche Capri è un posto complicato, come Antonioni e il suo “Deserto rosso”, Continua a leggere

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Calabria New Mexico

Campora San Giovanni (CS)La Calabria è la suprema nostalgia del nostro tempo dove si consumano romanzi e film italiani. Nel senso che non vengono né scritti né girati. Ma si producono, sprecano, perdono. E non c’entrano Corrado Alvaro, Gianni Amelio o la ‘ndrangheta, ma proprio la sua natura: dal paesaggio a tutto quello che l’ha trasformato. Poi, certo, anche i calabresi hanno un ruolo fondante e non trascurabile ma vengono dopo la natura calabra. A parte il fatto che già nel nome c’è tutto il senso da opera lirica e questo da solo basterebbe a farne fabbrica, fossi un regista girerei un western a Rosarno e un documentario di case seguendo la Salerno – Reggio Calabria, altro che sacro GRA, Continua a leggere

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