Archivi tag: Bernardo Bertolucci

Z, l’orgia della stupidità

ZlorgiadelpotereGeorge Romero avrebbe bestemmiato, il regista Michel Hazanavicius ha obbedito. Il suo film, che aprirà il Festival di Cannes, davanti alle proteste dell’Ukraine Institute ha cambiato titolo da “Z (Comme Z)” a “Coupez!”, perché la Z è diventata il simbolo dell’invasione russa (apparendo sui carri armati, camion, e alcune divise), solo che ci sono gli zombie, e quindi nel film chissà come li chiameranno: *ombi, lombi, Combi (un portiere), sgombri, cosi, o X: almeno fino a quando non ci saranno problemi anche con la lettera X, che a me è sempre parsa troppo ambigua fin dalla sua irruzione nella mia vita alla lavagna della scuola. La lingua, dalla schwa alla zeta, sta diventando un pericoloso percorso a ostacoli: per il momento si coltivano asterischi come fiori, ma tra non molto si rovescerà inchiostro su righi interi, come insegnava Emilio Isgrò, che aveva capito tutto. Anche perché la zeta segna un confine tra l’universo dei simboli e l’inizio del caos, una lettera di confine, ultimo avamposto dell’alfabeto. Continua a leggere

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Ennioendo – partitura di contrappunti per “Ennio” di Giuseppe Tornatore

xVoleva diventare medico, a dispetto del padre che pretese un futuro da trombista. Da semplice esecutore divenne unico compositore, da mente scientifica e chirurgica trascrisse la musica della mente umana.

Passo veloce dal corridoio allo studio, addominali, flessioni e respiro. La ginnastica del pensiero e del corpo per arrivare alla perfezione dell’esecuzione dal vivo.

Dormiva nella buca dell’orchestra del padre, con la musica che gli andava in sogno. Come Pinocchio e Giona, anche Morricone trova la sua pancia della Balena.

Solo una volta ha la possibilità di ascoltare Stravinskij, rubato di nascosto al Santa Cecilia, dallo spiraglio di una porta lasciata semi aperta. Un Noodles prima di Sergio Leone, intento a spiare Deborah mentre danza. Continua a leggere

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FMR: immaginando un altro mo(n)do

Se Eugenio Castellotti non fosse morto nel marzo del 1957 all’aerautodromo di Modena è probabile che Franco Maria Ricci avrebbe esercitato la ricerca della bellezza su pista e non nei libri, perché se Castellotti fosse tornato dal suo turno di pista sarebbe salito sulla Ferrari per provare a togliere il record a Jean Marie Behra, ma Castellotti si perse in una curva e Ricci divenne altro.  È uno dei tanti possibili incroci del labirinto ricciano. Tutta la sua vita è un continuo svoltare per angoli retti. Continua a leggere

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La morte del maiale

Dalla morte di Bernardo Bertolucci ripenso a quando diciassettenne con un altro amico avevamo letto del suo primo o secondo film, non ricordo, sull’uccisione di un maiale. Credo si chiamasse proprio “la morte del maiale”. Era d’autunno, e avevamo appena visto molti dei film di Bertolucci, capendo poco del suo cinema, ma subendone un fascino enorme, al punto di spingerci all’emulazione. Continua a leggere

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Le convinzioni dell’umidità

Vorrei tanto raccontarla come Sebald ma non sono Sebald, vorrei anche provarci, perché già solo a dirlo viene bene: Don DeLillo a Capri raccontato da Sebald, ma io non sono Sebald, e se è vero che è brutto non essere visto nei sogni degli altri è ancora più brutto saperli immaginare – i sogni – senza poi avere la volontà di esaudirli. È complicato? Lo so, anche Capri è un posto complicato, come Antonioni e il suo “Deserto rosso”, Continua a leggere

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