Archivi tag: Buenos Aires

Piazzolla: vita e tango in fuga dal conformismo

5Prima di Astor Piazzolla, il tango era un “rettile da lupanare” secondo il poeta Leopoldo Lugones, dopo, uscendo dai bordelli, prendendo l’aria delle finestre di New York, mischiandosi ai suoni di un altro emigrante suo vicino di casa, un ungherese, Bela Wilda, allievo di  Rachmaninoff, che suonava Bach, divenne il culmine di una linea evolutiva musicale che tendeva a Gershwin. Quella linea evolutiva ebbe inizio a Mar del Plata l’11 marzo del 1921, con la nascita di Astor e il conseguente trasferimento a New York, con immersione in una atmosfera da C’era una volta in AmericaGli intoccabili e Il Padrino. Continua a leggere

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Maradona e Pelé: istantanee di rock e pop art

Si può ridurre tutto a due foto? Sì, giocando. In una: Pelé si sta facendo iconizzare da Andy Warhol; nell’altra: Maradona sembra uno dei Queen. La prima è una foto di una foto che si sta scattando: c’è uno dei maggiori artisti del Novecento che sta trasformando in arte (dibattito ancora aperto) quello che nel 1977 era considerato il più grande giocatore della storia del calcio: Pelé, che è in posa col pallone, e sfodera il suo sorriso mandrakesco, poi prestato anche a John Huston in Fuga per la vittoria. La polaroid che Warhol gli sta scattando faceva parte di un lavoro commissionatogli da Richard Weisman su dei campioni sportivi che includeva: Muhammad Ali, Kareem Abdul-Jabbar, O. J. Simpson, Jack Nicklaus, Chris Evert, Dorothy Hamill, Willie Shoemaker, Rod Gilbert e Tom Seaver. Continua a leggere

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Stadi: luoghi del conflitto epocale

Gli stadi che furono la scena fissa delle imprese di Pelé e Maradona diventano ospedali da campo per l’emergenza pandemica, tenuti insieme dalla speranza, dove si sono viste scene irripetibili dei due più grandi calciatori di sempre, ora si possono anche aspettare delle guarigioni. Continua a leggere

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Martín Caparrós: stanze di patria argentina

Un romanzo di sfumature: tra calcio, tango, amore e potere. Buenos Aires anni Trenta del Novecento: in giro si incontrano Jorge Luis Borges, alla radio c’è Carlos Gardel, in campo Bernabé Ferreyra corpo e gol del River Plate, e nei bar, appoggiati alla notte, quelli come Andrés Rivarola, Pibe, un italiano che lo dice a bassa voce, una famiglia alle spalle – madre, ex moglie, figlia e debiti –, il biliardo davanti, un po’ magliaro un po’ scrittore di tanghi ma con vergogna, un traditore, un vigliacco, un uomo che dice sempre la cosa sbagliata alla donna che ama, una voce narrante meravigliosa per le pagine di Martín Caparrós  in “Tutto per la patria” (Einaudi). Al fianco di Rivarola/Pibe – che diventa vittima di ricatti e ricattatore, spia e giustiziere, in un continuo capovolgimento da un capitolo all’altro – c’è una donna di coraggio, sfrontata e anticonvenzionale, Raquel Gleizer, che forse vorrebbe scrivere, forse no, Continua a leggere

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Maradona: Odissea circolare

«Non ho l’Alzheimer, e non sto morendo». A ridosso della ricorrenza della partita contro l’Inghilterra ai mondiali messicani del 1986 che risolse una guerra con due gol, Diego Maradona che in quella partita divenne bandiera, Luna Park, icona e centrale elettrica, deve difendere il suo corpo e smentire le voci che lo danno ammalato e perduto. Interviene in video a ribadire che è vivo e lotta insieme a noi. Continua a leggere

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