Archivi tag: Carlo Ancelotti

Annunciazio’, Annunciazio’

cover villeggiantiDi nuova costruzione, a pochi metri dalla spiaggia dove continuano a giocare “I calciatori selvaggi”, sorge questa raccolta di articoli sul calcio per Milieu, family friendly, l’ideale per gruppi di amici che amano rilassarsi per una vacanza in compagnia. Vista sul mare Maradona; possibilità di raggiungere a piedi il cuore storico di Di Bartolomei; colazione continentale o da Hamsik, cucina tipica con Modrić, Ronaldo, Ancelotti; spettacoli, divertimenti, Klopp, Osimhen e Kvara. Etc.
Dal 17 marzo nelle librerie.
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Sarri – Gattuso: è il “titulo”che fa il comandante

Per amare Sarri bisogna avere meno di diciott’anni come per leggere Nietzsche; Gattuso, invece, si può amare anche da vecchi, perché non promette prese di palazzo né rivoluzioni, ma “solo” qualche “titulo”. L’altra sera, dopo una partita scialba dove il Napoli era più squadra della Juventus giocando in modo allegriano, si sanciva il vero definitivo passaggio da un comandante all’altro, con la messa in soffitta – in massa – del sarrismo, dopo il passaggio troppo breve e senza “tituli” di Carlo Ancelotti. Continua a leggere

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La speranza a Napoli non ha mai avuto vita facile

Si chiama Gennaro, come il santo protettore, è l’uomo forte – apparentemente, come tutti gli uomini forti italiani – il Gattuso chiamato a rimettere in ordine lo spogliatoio del Napoli: un commissario straordinario che parla al ventre seraesco e che rimette in asse la città col paese; con l’allontanamento di Carlo Ancelotti – il calcio non è mai solo calcio, senza scomodare Galeano – si mettono in ordine geometrico, con una linea poundiana, campo, città e regione. Continua a leggere

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Gattuso: marinaio di foresta, specialista in naufragi

«Sono terrone, brutto e nero? È vero. Sono scarso? Va bene», questo era l’ultimo Rino Gattuso registrato, un incrocio tra Ugo Fantozzi e Benjamin Malaussène, tanto che Walter Mazzarri dopo aver battuto il suo Milan disse: «Gattuso si prende colpe non sue». Intanto, lui scarabocchiava moduli, passava dal 4-3-3 a un albero di Natale dove ci metteva pure l’esperienza di quasi 700 partite giocate, ma continuando a prendere gol e a segnarne pochini. Continua a leggere

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Il rock’n’roll di capitan Sacripanti

È molto lontano dai mobilifici brianzoli, pur provenendo da Cantù, anche se trasmette concretezza. Ha i modi felpati, Stefano “Pino” Sacripanti, e il senso dell’amicizia del “Noodles” di Sergio Leone ma canta “Un giorno credi”. Uno al quale piace la puzza dei palasport, per questo ha scelto di “scendere” in A2 e allenare il Napoli Basket. Continua a leggere

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