Archivi tag: Carlos Gardel

Martín Caparrós: stanze di patria argentina

Un romanzo di sfumature: tra calcio, tango, amore e potere. Buenos Aires anni Trenta del Novecento: in giro si incontrano Jorge Luis Borges, alla radio c’è Carlos Gardel, in campo Bernabé Ferreyra corpo e gol del River Plate, e nei bar, appoggiati alla notte, quelli come Andrés Rivarola, Pibe, un italiano che lo dice a bassa voce, una famiglia alle spalle – madre, ex moglie, figlia e debiti –, il biliardo davanti, un po’ magliaro un po’ scrittore di tanghi ma con vergogna, un traditore, un vigliacco, un uomo che dice sempre la cosa sbagliata alla donna che ama, una voce narrante meravigliosa per le pagine di Martín Caparrós  in “Tutto per la patria” (Einaudi). Al fianco di Rivarola/Pibe – che diventa vittima di ricatti e ricattatore, spia e giustiziere, in un continuo capovolgimento da un capitolo all’altro – c’è una donna di coraggio, sfrontata e anticonvenzionale, Raquel Gleizer, che forse vorrebbe scrivere, forse no, Continua a leggere

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Soriano: una specie di Balzac argentino

Diceva di essere nato con un gatto in attesa sulla porta, il padre che fumava in cortile, e Borges e Bioy Casares a pochi isolati da lui impegnati a creare storie allucinate di don Isidro Parodi. Era il suo modo di riassumente Mar del Plata nel ‘43. Poi aveva vissuto giocando a calcio, fumando, fuggendo e tirando pietre nelle finestre dei potenti, come un bambino, senza mai perdere il sorriso. Fece il giornalista, fu costretto all’esilio dal potere di Videla, scrisse libri che lessero tutti – dai ragazzini di Buenos Aires a Fidel Castro, Gabriel Garcia Marquez e Salman Rushdie passando per Maradona –, Continua a leggere

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Ruffiani

Ernest Hemingway ha scritto nel 1931, nei Consigli a mio figlio: «Non sposare mai le puttane | non pagare mai un ricattatore | non seguire mai la legge | non fidarti di un editore | o non coglierai mai la tua occasione». Sono così tanti gli scrittori beffati e offesi che sembra un miracolo vederli portati per mano dall’editore in quelle patetiche cerimonie che sono le presentazioni dei libri. Lì si può valutare la debolezza del poveretto: il suo ego si gonfia e le gote gli si colorano perché finalmente il paese conoscerà il suo capolavoro. La pedanteria è un peccato che l’editore non commette mai. Continua a leggere

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Higuain: da Nordahl alla Copa America

Supera Nordahl facendo Parola. Gonzalo Higuain stabilisce il nuovo record di gol segnati nel campionato italiano, superando i trentacinque di Gunnar Nordahl – calciatore svedese del Milan – che resisteva dal campionato 1949-50, siglando il sorpasso, la trentaseiesima rete, con una rovesciata alla Carlo Parola, sì, l’acrobata col pallone che campeggiava sugli album Panini. Continua a leggere

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Osvaldo Soriano, a sus plantas rendido un País

Cees Nooteboom in “Tumbas” dice che: «Le tombe sono ambigue: custodiscono qualcosa e non custodiscono niente». Ma trattandosi della tomba di uno scrittore, le cose son un po’ diverse tanto che gli scrittori continuano a parlare. Non avevo fatto un ragionamento simile nel 2004, quando a Buenos Aires andai a cercare la tomba di Osvaldo Soriano, che era morto nel 1997. E non sapevo di Nooteboom – anche perché lui non aveva ancora scritto quel libro – ma avevo letto Soriano che a Los Angeles  andò al cimitero di Forest Law a visitare la tomba di Stan Lauren – come aveva fatto nel suo romanzo “Triste, solitario y final” – lasciando una copia del suo libro. Poi voleva anche andare a La Jolla a visitare quella di Chandler, ma non ci riuscì. Nooteboom dice ancora che i morti sono fiumi che non temono di diventare mare. Disperdendosi, con le tombe che diventano i porti d’imbarco. A Buenos Aires ero arrivato perché Diego Armando Maradona rischiava proprio quell’imbarco. Mi dividevo tra la clinica svizo-argentina dove era ricoverato, le partite del Boca Juniors, la scoperta della città, e il tentativo di accorciare la distanza che mi separava da Osvaldo Soriano. Continua a leggere

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