Ho visto un mucchio di ippodromi in giro per il mondo, belli brutti, grandi piccoli, legali e non, in tutti ho scommesso, qualche volta ho anche vinto, ma non era quello lo scopo, l’ho fatto per il gusto di starci dentro. Credo che la vita abbia a che fare con le corse dei cavalli e non con quelle delle auto, anche se l’adrenalina è la stessa, ma senza casco. È il vento sulla faccia che fa la differenza, e la speranza di chi guarda i cavalli andare, ci vado per quei volti, che hanno la colpa attaccata addosso come la pelle, le loro vite sono alfabeti scritti da bimbi: sbilenchi, con curve improvvise e dalla parte sbagliata, pieghe su pieghe, esitazioni, rattoppi, errori e riscritture nella stessa pagina sullo stesso rigo, una fede enorme con la consapevolezza che no, oggi non è come ieri, o almeno si spera. Il loro lanciarsi nel vuoto – che è il raggiungere il banco delle scommesse o l’uomo che sta in disparte e ha una posta maggiore da offrire – mi comnuove. Continua a leggere →