Bevono birre e sogni, mostrano tatuaggi, capelli colorati, trucco marcato, dreadlock e almeno un piercing. Qualcuna canta e vuole diventare famosa, altre si accontentano di spogliarsi a tema e di essere l’idolo sommerso e alternativo per un pugno di adolescenti che guardano oltre la tv e il suo verbo imperante. Giocano a non essere inquadrate ma finiscono a mangiare da McDonald’s, e se insisti, scavi, a sud delle trasgressioni, le trovi. Se vai oltre l’aspetto, per qualcuna il linguaggio, vedi ragazze normali che, spogliandosi, si sono vestite di carattere, da nude hanno trovando il mondo che mancava per farle sentire in corsa. Continua a leggere
Il posto è inconfondibile, tutti ci vanno per fuggire dalla noia e finiscono a vivere la stessa realtà. Palm Springs, California. Hanno cominciato i ragazzi della generazione X di Douglas Coupland, ora proseguono quelli della Y e della Z. Lettere per generazioni con zaino in spalla, si portano dietro un mondo. Provano a vivere minimo tre vite, come nella Portland di Katherine Dunn di “Cuori sgozzati”, raccontata anche da Chuck Palahniuk, «uno fa il cassiere in un alimentari, l’archeologo e il motociclista», oppure: «il poeta, la drag queen e il commesso in libreria». Scendono in apnea, lasciano gli studi, la città di nascita, la sicurezza, entrano ed escono dall’esercito come commessi al grand hotel. Scegliendo di tradire le aspettative. Continua a leggere