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La pace e il patto di Abramovič

_123637999_9b969b1c-167d-4e27-84fb-2021ac3c3f9bNon sappiamo se Abramovič è stato davvero avvelenato, dice Ben MacIntyre sul “Times”, intanto in Italia lo denigriamo (l’altro giorno su “La Stampa” c’era un articolo a dir poco squilibrato, oggi – per fortuna – Imarisio sul “Corriere” gli riconosce il coraggio). Provate a notare come ci sia un dispiacere evidente per la pace, invece ci dovrebbe essere un entusiasmo diffuso, una speranza a pioggia, un sostegno capillare per chi la cerca. È una scommessa fatta da uomini dubbi? Sì, e allora? Sono lontani da noi? Certo, ma non possiamo avere Bob Dylan. Continua a leggere

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Borotalco di Proust

Alessandro Piperno, scrittore e professore di Letteratura, si siede sulla cattedra come un Robin Williams provando a fare Alessandro Baricco e tira giù un po’ di informalità, qualche confessione, due ricordi, ed ecco “Il manifesto del libero lettore” (Mondadori). Un saggio contro se stesso, dove prova a mettersi a capo di un ipotetico gruppo di lettori liberi, dicendo loro che un libro si può abbandonare. Lo aveva scritto anni fa Daniel Pennac prima di precipitare in una serie di libri da abbandonare. Poi dice al gruppo che i romanzi non cambiano il mondo. Ma va? Se anni di “Madame Bovary” non hanno fatto capire all’umanità che il matrimonio è inutile, nonostante la povera Emma continui a struggersi, appare evidente persino a Michele Serra che qualcosa non vada come si deve. Continua a leggere

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Rimbaud a New York

BressonPoundSMAlla fine mi son fatto la mia tv: “Stanza Pound”, giro nudo per casa leggendo Pound (appunto) a qualche milione di utenti americani, a volte leggo cose mie e dico che sono di Ezra Pound, a volte leggo cose di altri e dico che sono mie, loro ascoltano, e commentano, io penso di aver creato il nuovo vero romanzo americano. In presa diretta. Dopo un anno di grandi numeri sul mio sito, sono arrivate le pubblicità, una nuova casa, e le richieste di postare le mie  videopagine sulla colonna destra dei loro web giornali. Tutto ha un prezzo, e loro sono disposti a pagare per quello che non hanno compreso. Eppure era facile bastava leggere Dickens, Carver o forse Richard Ford e capire che è “il quotidiano” quello che la gente vuole capire, “la normalità” il vero mistero, certo, servono: ironia, invenzioni e giusto montaggio, meglio se come base si usa l’insolito, senza mediazioni, da marine. Continua a leggere

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