Osvaldo Soriano mi aspetta al ristorante “Strelka Bar”, sulla Moscova. Calciatore, giornalista, scrittore argentino. Esordì con “Triste, solitario y final”. Dopo il golpe militare scelse l’esilio in Europa. In gioventù era stato il centravanti mancino del Confluencia che stese un cane poliziotto con un tiro. Ogni palla che aveva o era gol o stendeva un cane. Lo raggiungo in leggero ritardo. Continua a leggere