Archivi tag: Egitto

Russia-Egitto: il soldato Dzyuba

Sovrabbondanza carnale

sincronizzata sull’ora di Putin

Dzyuba segna e fa il saluto militare

schiacciando l’Egitto a San Pietroburgo

con gelido portamento rimpiange i confini dell’Impero

per questo a Kiev tremano per ogni gol

mantenendo le oscure distanze

tradite da crudeli confini

una tavola con posate invisibili Continua a leggere

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Moammed Sceab

I morti non ricordano niente

Dio sì

o al contrario

passa la vita

tra queste convinzioni

con la fretta

d’arrivare Continua a leggere

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Napolislam

Comincia da Maradona, Ernesto Pagano, regista prima del documentario “Napolislam” e ora scrittore del libro omonimo (edito da Centauria), per arrivare ad Allah, con la storia di Ciro Capone Muhammad che inseguiva un idolo, ed ha trovato Dio. Era entrato in libreria col carico comune alla sua generazione, documentarsi su El Diego e invece ha trovato il Corano, era entrato da peccatore ne è uscito da redento, fino, poi, a volare da Napoli alla Mecca, “tornando”   – come tanti altri – a una delle tre grandi fedi monoteiste del Mediterraneo. Ciro vuole andare in Siria per imparare l’arabo e per trovare moglie. “Perché la moglie, come si dice, è metà della religione. «Può essere araba, pakistana o indiana, non mi interessa, basta che sia musulmana»” e vorrebbe persino aprire una pizzeria a Damasco. Continua a leggere

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Il Cairo: tra cielo, terra e Mubarak

Tavolo degli stranieri al caffè Groppi, angolo tra Tal‘at Harb e Muhammad Farid, son qua per fare nuovo cinema Cairo, anche per capire se posso passarci l’inverno lasciandomi alle spalle un paese dove non ci sono santi: l’Italia, per uno: l’Egitto, che divide la giornata in preghiere, respira, si piega e invoca Dio di continuo, si lascia governare da un pilota d’aerei dal 1981, ha nel traffico uno dei pochi momenti di libertà singola che diventa collettivo esercizio delle proprie azioni, Continua a leggere

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L’ultima stanza

1347453524_720366_1347453712_album_normalGli hotel del Cairo non riescono a tirarsi fuori dal rumore. All’inizio della stagione le cose non andavano male come adesso: tutto sembrava poter reggere ancora per molto, invece, ora, ci sono più cammelli che auto. L’attore col cappotto ha una stanza prenotata a suo nome per sempre. La gente non fa che piangere, e a nulla servono le sue vecchie interviste. Il venditore all’angolo, quello dei bottoni come uova d’oca, ogni mattina urla: «bisogna seppellire gli asini davanti alle cattedrali, e smetterla d’aspettare». L’attore era sordo da un orecchio per questo gli sorrideva passando. Tutte le volte guardando quell’uomo recitare la sua parte pensava senza dirlo: i commedianti provengono dall’inferno, e lì, spariranno. Se lo sapessero, smetterebbero di recitare. Continua a leggere

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