Dove Archimede chiedeva un punto d’appoggio, Peppe Vessicchio cerca una connessione tonale. Potrebbe essere un personaggio di Daniele Del Giudice, uno che gira per le strade a sistemare note, inseguendo l’armonia totale. Musicista-compositore-direttore-d’orchestra, è un illuminista capace di attraversare il Festival di Sanremo e i talent, saltare dalle canzonette alle opere classiche; uscirebbe indenne da qualunque situazione, perché è già altrove: tra Max Planck e Dmitrij Šostakovič. Anche se tutto è cominciato in una stanza al Rione Cavalleggeri. Con suo fratello che comprava dischi e sperimentava strumenti da autodidatta. Lui gli andava dietro con una batteria. Continua a leggere