Archivi tag: Enrico Vanzina

Il calciomercato e la giostra delle mogli

Dove un tempo Rita Pavone poteva cantare e lamentarsi della solitudine domenicale – causa pallone – ora, invece, c’è l’iperpresenza delle mogli. Dove un tempo il calciatore era pirata che vinceva le reticenze anche di mammà, ora ubbidisce e segue un protocollo familiare che lo vede ubbidire alla moglie come e più che allo sponsor. Insomma, è finita l’era del calciatore libero che inseguiva il campo e poi ragionava sul resto, ora vince e sempre più spesso prevale la scelta della consorte, che se non va allo stadio a twittare sul modulo scelto dall’allenatore, se non è in tivù a dire come meglio passare il pallone al marito, è in giro nella città giusta: scelta non per la squadra ma per quello che c’è intorno. Continua a leggere

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Vanzina e Banfi, quando nelle schedine c’era la felicità

Più che nell’amaro Benedettino – come cantava Rino Gaetano – era nella schedina che stava il segreto della vita. Se è vero che scompare dalla realtà, è di sicuro consegnata al cinema, che ha acchiappato l’alchimia dell’uno, ics, due. E due (in trasferta a Torino e Milano) dei film cult con al centro il Toto-calcio, li ha scritti Enrico Vanzina, “Eccezzziunale… veramente” e “Al bar dello sport”. Continua a leggere

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Non c’è che una stagione: l’estate

Quando dice: «io provo a fare commedie», abbassa la voce, ed è lì che viene fuori l’Enrico Vanzina che non insegue suo padre Steno ma prova a continuare la sua lezione, con amore, senza gara, anche dopo aver sceneggiato più di cento film. È bravissimo nel raccontare le storie della sua vita, nell’evocare i ricordi, cambiando voci e lingue, recitando gli incontri, mimando le facce e la gestualità delle persone conosciute, alternando leggerezza e malinconia, dettagli e campi larghi, è il cinema che si fa a parole, quello che precede la scrittura e poi il girato: che spetta all’altro pezzo della coppia, il fratello Carlo. Insieme possono dire di aver vissuto e di averlo saputo raccontare. A loro si deve il film che dopo “Il sorpasso” di Dino Risi è riuscito a catturare il sentimento dell’estate: “Sapore di mare”. «Noi volevamo proprio evocare “Il Sorpasso”, che rimane il film più bello del cinema italiano: un viaggio, una auto, due amici, ferragosto e il senso della vita. Abbiam cercato anche Catherine Spaak ma non poteva. E, poi, proprio quelli che i produttori non volevano, sono stati gli attori che più hanno beneficiato di quel film». Continua a leggere

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