Archivi tag: Fabio Capello

Cina e altri inganni

Quando Ezequiel Lavezzi si risvegliò nella clinica Svizo-cinese di Shanghai: non poteva ancora vedere la sua nuova faccia, ma di fianco al suo letto il funzionario Yu Hua – delegato del partito per il progetto “Crocevia” – gli annunciava la riuscita dell’operazione, mentre appoggiava sul comodino i suoi nuovi documenti: passaporto, tessera sanitaria e soprattutto le nuove carte di credito, con l’aggiunta premio per l’adesione al progetto. Stava per cominciare la sua nuova vita, quella da Po Cho, Continua a leggere

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Higuain: un labirinto di passi per selciati alieni

Si potesse applicare la ragione al gioco, si arriverebbe a sapere perché un calciatore segna e ribalta: partite e stagioni, o non segna e delude. E di come l’improvvisazione prevalga sugli schemi, meglio riassunta da Manlio Scopigno in: «date la palla a Gigi Riva». In questa lunga storia dei gol di Gonzalo Higuain non c’è ragione – o forse sì, Continua a leggere

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Berlusconi: 30 anni di Milan e un solo dubbio

È anche vero che Berlusconi solo una volta ha accettato un tutor, un centrocampista di respiro internazionale, anche se in là con gli anni: Renato Ruggiero, che arrivava in prestito dalla Juventus su diretta imposizione di Gianni Agnelli, per fare il ministro degli Esteri e coprire la fascia Confindustria, un prestito con riscatto poi non realizzato. Quella scelta era figlia di un’altra, politica, rinunciare a malincuore all’argentino Claudio Daniel Borghi su diretta richiesta di Arrigo Sacchi, in funzione di Angelo Colombo: cedere in fantasia per guadagnare in pragmatismo. Scettico aveva assecondato la richiesta di Sacchi, scoprendo di aver torto, visti i risultati, anche se per anni ha continuato a chiedergli: «è sicuro?» proprio come il dottor Christian Szell (Laurence Oliver) ripete a Babe (Dustin Hoffman) ne Il maratoneta. Continua a leggere

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Dagli ombrelloni all’Europa

La triangolazione che porta Eusebio Di Francesco dal campo alla tribuna e poi alla panchina, racconta il suo distacco e dice il contrario rispetto al verbo sacchiano che adotta in campo: corti e intensi. Invece lui, sembrava un fiume che temeva di diventare mare. Aveva chiuso col calcio – ultima stagione a Perugia –, non pensava di allenare, ma era il cattivo del centrocampo (il buono era Tommasi) di Fabio Capello nella Roma che vinse lo scudetto nel 2000-01, davanti c’erano i belli Batistuta e Montella, e Rossella Sensi insieme a Francesco Totti – che aveva diviso quattro anni con lui in poco spazio – si ricordarono del centrocampista e quando si trattò di scegliere un dirigente affidabile lo chiamarono. Continua a leggere

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Higuain, nove verticale

Higuain il doppio, adesso finalmente conosce se stesso. Dopo essere nato in Francia è cresciuto in Argentina; dopo aver giocato dietro le punte da ragazzo è diventato quell’autentico numero nove che macina gol, smentendo “illusioni, copiature e sbornie ideologiche sul falso nueve”, come ha scritto Gianni Mura; dopo aver deluso gli insaziabili del Real Madrid che gli preferivano Benzema e illuso gli altrettanto insaziabili argentini in Coppa America, ora ha trovato il suo centro di gravità permanente: Continua a leggere

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