Quando Ezequiel Lavezzi si risvegliò nella clinica Svizo-cinese di Shanghai: non poteva ancora vedere la sua nuova faccia, ma di fianco al suo letto il funzionario Yu Hua – delegato del partito per il progetto “Crocevia” – gli annunciava la riuscita dell’operazione, mentre appoggiava sul comodino i suoi nuovi documenti: passaporto, tessera sanitaria e soprattutto le nuove carte di credito, con l’aggiunta premio per l’adesione al progetto. Stava per cominciare la sua nuova vita, quella da Po Cho, Continua a leggere