Archivi tag: Fellini

Kobe Bryant: Fellini gioca a basket

kobe-bryant-1200Tra la via Emilia e l’Nba, su un campo di piastrelle, Do the Right Thing e Amarcord, Fellini e poi Spike Lee, prima i campi – la tabula rasa gucciniana – e le strade antiche marcate ai bordi dalle fantasie di un duomo, Giuseppe Verdi e la nebbia poi il rap e i grattacieli, perché Kobe Bryant era l’America in casa, che da Rieti a Reggio Calabria alleva il bambino che poi a Reggio Emilia sogna di diventare grande, s’immagina lontano guardando il padre Joe da vicino, su campi meno luminosi, senza Dream Team, ma con gli insegnamenti italiani: «A 11 anni ero il più alto della squadra, ma gli allenatori ci dicevano: se volete imparare a giocare a basket, dovete imparare a fare tutto. Nessuno ha mai pensato di farmi giocare da lungo perché ero alto. In America? Se sei alto ti dicono giochi da lungo, se sei piccolo ti fanno fare il play. Se sono diventato un giocatore completo, è perché sono cresciuto in Italia».

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Il libro che verrà

Cosa manca alla letteratura italiana di questi anni? Ma un romanzo di eccessi, una staffetta che va da Caligola a Corona passando per Berlusconi con una spruzzata di Bianciardi, e ancora non basta. Storia d’amore laterale. Sarebbe meglio con una lingua doppia, ma niente camillerismi, piuttosto dei piani gaddiani. E basterebbe? Certo che no, dividerlo in tre parti, per raccontare il passaggio da solido a liquido e infine gassoso del nostro paese, aiuterebbe. Protagonista un Eliogabalo in versione Totò le Moko. Continua a leggere

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Mimmo Paladino e il cosmocalcio artistico

Adesso che il Napoli attraverso i suoi movimenti crea geometrie, che ogni azione è una vertigine di gesti, e che ogni spazio ha una impalcatura di pensiero, è giusto parlarne con un grande artista come Mimmo Paladino. Pittore, scultore, incisore, ma soprattutto uno dei pochi ad avere un linguaggio proprio, radicato, non artefatto. Una forza della natura, che diventa segno, contraddistinguendosi. Fuori dai meccanicismi della riproducibilità, oltre la banalità dell’ideologia, Paladino rappresenta la libertà di essere se stessi, senza condizionamenti di tempo. Capace di elaborare una risposta singolare, impeccabile, includente. Continua a leggere

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Tentativo di esaurimento di Moravia

Ha cercato a lungo una pagina che lo guidasse per il suo libro su Alberto Moravia, poi è volato in Italia. Tre giorni a Roma: interviste con le donne dello scrittore e visita alla sua abitazione. A lui sembra di perdere tempo. Joyce, invece, è entusiasta della città e dell’atmosfera, a lei non interessa il suo saggio ma questi giorni di vacanza. Dicembre inoltrato e c’è un sole da primavera, dopo aver passeggiato a lungo per i fori, ha deciso di andare a Sabaudia: la città giovane e di marmo voluta dal Duce, le ville sul mare, la sua tranquillità, l’atmosfera di luogo d’élite persa, il posto dove Moravia consumava l’estate. Gli è parsa l’unica via d’uscita. Non sa perché si è trascinato fin qui, ha anche preso un anticipo da una rivista per un articolo sui luoghi di Moravia che non ha voglia di scrivere. Continua a leggere

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Za

zavattini2Za è una filastrocca allegra, una di quelle di Rodari, in apparenza semplice e scanzonata, ma mentre la leggi, ridendo, scorgi la complessità, il ritmo, la musica, l’ironia. Za è una lunga sequenza che stupisce. Za che s’illumina come Eta Beta, e ha sempre pronto una soluzione. Za in bici. Za che insegue la realtà. Za con il basco di sbieco e gli occhiali neri come una mascherina. Za che dice CAZZO alla radio. Continua a leggere

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