Archivi tag: Ferrara

A spasso nella Ferrara di Giorgio Bassani

Ferrara è cinema naturale: girando in bici, lo sfondo corre, si dilata, acceleri, rallenti, ti fermi, riparti. Le facciate si accavallano, le strade sembrano fatte per essere guardate in corsa, così, capisci anche perché Antonioni insiste a filmarla. Ma siamo qua per Giorgio Bassani, la sua letteratura ha fatto nodi con la storia e gli angoli di questa città: piazze, strade, chiese, palazzi, e in giro: i suoi personaggi, che si perdono, ritrovano, soffrono, fuggono, si amano, muoiono. Facile rubare pagine e veder camminare fantasmi mentre costruiscono e disfano trame. Ogni volta che qualcuno apre un libro, mette in circolo parole, rianima la giostra, accende il motore, i ricordi, le facce di Bassani. Poi qui, a Ferrara, tutto può durare in eterno, senza esistere veramente. Il tempo è immobile. Continua a leggere

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L’evasione di Corona

Fabrizio Corona in carcere«Questa mattina è evaso Fabrizio Corona dal carcere di Opera, ancora non si hanno notizie precise, pare che sia in fuga con un albanese: Fatmir Toçi, e un tunisino: Abou Chebbi. Si ipotizza che siano diretti verso in confine, la fuga sarebbe avvenuta grazie alla complicità di alcuni secondini, ma non si conoscono ancora le modalità dell’evasione, non si sa nemmeno qualche scrittore sia stato scelto per il messaggio di fuga, più tardi ci sarà una conferenza stampa con il direttore del penitenziario che rassicurerà le case editrici sulla scelta di Fabrizio. Ora passiamo all’omicidio del piccolo Loris …» Continua a leggere

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Il blues del Po

Il Po è un blues per uomini soli, orfani di un mondo scomparso. A cantare è la voce di un pazzo, che attraversa paesi e città irrompendo nel silenzio di sperduti borghi, tenendo compagnia, volando nei campi, riempiendo giorni e notti: fra il frinire delle cicale, gracidar di rane e sgasi di trattori che arrancano rivoltando zolle di terra dura. Il suo è un lamento penetrante, nenia, che ricorda errori fatti, donne perdute, pesce cercato invano. È la vita che passa e gira, si perde e ritorna, sinuosa e incurante, specchio, sputo, ladro, giudice, testimone, accusa. Processo a cielo aperto, udienza continua, spada, mattini di nebbia e infiniti pomeriggi di sole. Piano piano entri nel suo lamento e in quello della sua gente. Devi stargli intorno come un chierichetto col parroco, assecondarlo, capire il rito, avere fede, e poi se hai cuore e fiato di stargli anche dietro senza perderti: impari ad ascoltarlo, e ne rimani rapito. Unisce più di uno stato, si porta dietro il fascino di una religione, ma a capirlo sembrano rimasti in pochi. I suoi 650 chilometri di bellezza negli ultimi trenta anni sono diventati una ferita, e tutti quelli che si avvicinano domandano solo del suo stato di salute, incuranti di quello che ha generato, ignorando le storie, le esistenze che trascina, le emozioni e le attese che ancora fortemente suscita. Continua a leggere

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