Ferrara è cinema naturale: girando in bici, lo sfondo corre, si dilata, acceleri, rallenti, ti fermi, riparti. Le facciate si accavallano, le strade sembrano fatte per essere guardate in corsa, così, capisci anche perché Antonioni insiste a filmarla. Ma siamo qua per Giorgio Bassani, la sua letteratura ha fatto nodi con la storia e gli angoli di questa città: piazze, strade, chiese, palazzi, e in giro: i suoi personaggi, che si perdono, ritrovano, soffrono, fuggono, si amano, muoiono. Facile rubare pagine e veder camminare fantasmi mentre costruiscono e disfano trame. Ogni volta che qualcuno apre un libro, mette in circolo parole, rianima la giostra, accende il motore, i ricordi, le facce di Bassani. Poi qui, a Ferrara, tutto può durare in eterno, senza esistere veramente. Il tempo è immobile. Continua a leggere