Un bandito da rotocalco, naufrago tra le carceri, Graziano Mesina appartiene agli uomini in fuga dalla leggi, dalle celle e dalla tranquillità. Impastando romanticismo e violenza, confondendo l’eversione con la giustizia, ha costruito la sua biografia. La metà dei suoi settantaquattro anni li ha passati in prigione, il resto ad evadere. Uno storto così non lo raddrizzi mai. È quello che avrà pensato chi gli ha inflitto una nuova pena: 30 anni di reclusione – a dispetto dei 26 richiesti dal pm – e la revoca della grazia concessa nel 2004 dal presidente Ciampi. È la sentenza pronunciata dal tribunale di Cagliari nei confronti di Mesina per associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga. Per i giudici, il capo storico dell’Anonima sequestri sarda, rinchiuso nel carcere nuorese di Badu ‘e Carros dall’arresto nel giugno 2013, guidava un’organizzazione che faceva arrivare in Sardegna anche 15 chili di eroina a viaggio. «La droga non l’ho mai toccata e se la vedo neppure la riconosco», aveva detto Mesina in aula, negando di aver mai fatto parte di una banda: «neppure quando ero latitante». Continua a leggere →