Archivi tag: Franco Califano

Franco Califano, un processo a parte

337269471_543749941205406_3993483870461345751_nPer come si sono allineate certe vicende nella mia vita, ho sempre pensato che fossi più vittima di Borges che dei giochi di Dio. Posso raccontare tanti di quegli incroci pericolosi con la Storia da far sembrare la mia vita una fiction, e, invece, sono sempre stato un uomo di trame più che di fantasie, abituato come ero agli allineamenti, posso dire di aver pensato alla mia vita come a un libro degli orari ferroviari svizzeri. Continua a leggere

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Mia, nostra, dell’universo

185945742_4603714836312342_1087471696409484490_nDomenica Rita Adriana Bertè, per gli amici e per il pubblico, Mia Martini. Non solo per Mia Farrow, ma per un’appartenenza e coerenza a se stessa da avere sempre impressa, soprattutto nel nome.

Amò e fu amata da Charles Aznavour, forse perché tra essere armeni a Parigi e calabresi a Roma, non c’è mai stata così tanta differenza. Continua a leggere

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Filippo Ceccarelli: sinfonia e mappa del potere in italia

Dalle strette di mano al cibo, dai complotti alle manie, dal linguaggio alle scarpe, dai fasti alla decadenza, dalle pallottole ai discorsi, dai grandi gesti a quelli piccoli e non trascurabili perché infimi e compiuti da alte cariche dello stato, Filippo Ceccarelli con “Invano” (Feltrinelli) ci regala una vera e propria bibbia dell’antropologia politica italiana, Vaticano compreso. Fatti e osservazioni. In una grande sinfonia di piccoli pezzi che vanno a comporre il grande racconto che connette piazze e corridoi, scranni e poltrone, dagli immobili all’immobilità. Continua a leggere

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Zanza: califfo di riviera

Dall’ozio d’un bar e l’azione di spiaggia, interlocutore di corpi mai divenuti “intronata routine” di quel “cantar leggero / l’amore sul serio”, come Panella scrive su musica di Battisti, Maurizio Zanfanti (63 anni), “Zanza”, patriarca dei Vitelloni, se ne va. Cadendo, come un pilota, in pista, nell’esercizio delle sue funzioni, anche se l’auto era ferma e non c’erano curve, ma cosce, le ultime, quelle dell’estremo desiderio, che era sempre il primo, ogni giorno diverso; Continua a leggere

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Andrea G. Pinketts, l’importante è esagerare

Voleva essere il Grande Gatsby, ma lo fregavano le camicie. Aveva il fisico, lavorava sulla lingua e le facce, ma esagerava con i colori. Uno sciupone di vita e parole. Andrea G. Pinketts, in realtà Andrea Giovanni Pinchetti, «Pinketts, il vero cognome della mia famiglia, fu italianizzato sotto il fascismo. Io sono milanesissimo ma di padre irlandese. Mia mamma invece è trentina, di padre tedesco»; prima che scrittore era una creatura della notte, un animale da bar che viveva come antidoti alla paura: Continua a leggere

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