Archivi tag: Franco Franchi

L’importanza di saper cantare

Che poi tanta vergogna per il fatto che il Presidente del Consiglio cantasse e suonasse, quando il più grande poeta del novecento, Ezra Pound, era anche l’unica vera voce musicale che l’Italia abbia avuto. Poi ci proveranno Carmelo Bene e Franco Franchi, dietro di loro Domenico Modugno e Lucio Battisti, tutti attaccanti solitari, col vizio di fare le foche una volta ricevuto il pallone. Belli da vedere, ma completamente privi del pragmatismo rossiano, nel senso di Paolo Rossi, che non suonava e non cantava, ma che segnò quando serviva. Tutto questo per dire che calcio e politica non sanno che farsene dell’estenuante bellezza di un canto, se non come sottofondo da curva mentre si prova a segnare o a farsi votare.

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Esse come Sorpasso

«Ah, questa sì che è vita», è il pensiero che sta dietro un Sorpasso: supremazia provvisoria, stato e status di euforia e possibile gloria – in presenza di sguardi, meglio se di femmina – ed è, poi, una di quelle azioni che raccontano l’estate. Che cosa è se non un azzardo, una mossa guascona, un rischio cercato, la più bella delle stagioni? Anzi no, come direbbe Bruno Cortona, il Vittorio Gassman immortalato da Dino Risi nel “Sorpasso” e padre di tutti noi: «è la più gajarda de le stagioni». Continua a leggere

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Calabria New Mexico

Campora San Giovanni (CS)La Calabria è la suprema nostalgia del nostro tempo dove si consumano romanzi e film italiani. Nel senso che non vengono né scritti né girati. Ma si producono, sprecano, perdono. E non c’entrano Corrado Alvaro, Gianni Amelio o la ‘ndrangheta, ma proprio la sua natura: dal paesaggio a tutto quello che l’ha trasformato. Poi, certo, anche i calabresi hanno un ruolo fondante e non trascurabile ma vengono dopo la natura calabra. A parte il fatto che già nel nome c’è tutto il senso da opera lirica e questo da solo basterebbe a farne fabbrica, fossi un regista girerei un western a Rosarno e un documentario di case seguendo la Salerno – Reggio Calabria, altro che sacro GRA, Continua a leggere

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I cowboys siciliani vanno in America

MNessuno si aspettava da Pippo Baudo il grande romanzo italiano, tutti leggevano Alessandro Baricco, guardavano ai Wu Ming, lo pretendevano da Scurati, e invece l’erede di Tomasi di Lampedusa è il grande presentatore televisivo. Nella versione imbiancata alla Valerio Massimo Manfredi e nei tempi di attesa di un nuovo programma, ha scritto i “I cowboys siciliani vanno in America” (Mondadori, pagg.512, euro 25), la storia della famiglia Bartoli che va dalla Sicilia del dopoguerra a Obama presidente. Continua a leggere

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The inimitable fascination of the enchanter

GiancarloFusco1974FuscoHe was the one at the end of the night who put the hat on the dawn. Gian Carlo Fusco never left a single night without his words. He stayed up late, drank and, above all, told stories. Always the centre of attention, he led the discussions and everyone was enthralled by him. A real talent. Narrator, spellbinder, showman. Fireworks, irony, an endless stream of anecdotes. Stories, stories, stories: a travelling show. He was born to tell stories, and to give of himself. The rest: life, body, feelings, work and money, were mere details, accessories — sometimes hindrances. He was a talking novel. A novel written in the sand, lost and found again, deleted and rewritten a million times. Each time a different tale. And yes, even the same one he could toss and mix as he liked. Cutting, stretching, changing and inventing, leaving it open-ended. Genius in action, helped by the night and the booze. Continua a leggere

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