È una foto che hanno visto tutti.
Una notizia che non passa.
Un ragazzo.
Un esempio.
Una macchina.
Una verità ancora da scoprire.
Un pensiero. Continua a leggere
È una foto che hanno visto tutti.
Una notizia che non passa.
Un ragazzo.
Un esempio.
Una macchina.
Una verità ancora da scoprire.
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Nella città che parla con i santi non fa meraviglia che si possa dare una tessera a un morto. E persino il più surrealista degli scrittori o il più credente dei dialoganti da statua chiederebbe una ragione valida. Solo che la ragione valida è superata, come tutto in Italia. Pure la morte, che era una cosa seria ai tempi di Totò, è diventata un motivo di contrattazione, così, Giancarlo Siani, a 35 anni dalla sua uccisione, lascia la condizione di abusivo e diventa giornalista professionista: come tutti quelli che fanno le scuole di giornalismo e da disoccupati prendono la tessera. Continua a leggere
Per capire chi è stato Carmine Spadafora bisogna aver letto Attilio Veraldi e Raymond Chandler e ancora non basta, tocca aggiungere il mondo dei fumetti e delle vite laterali di Giuseppe Ferrandino, le atmosfere di Fred Bongusto, i maglioni con le losanghe, il freddo delle questure, le notti lunghissime e fredde, il sangue dei morti sui marciapiedi e poi sotto le scarpe, i vetri sfondati, le penne che non scrivono, i bossoli da contare, le traiettorie da capire e prima i moventi e le appartenenze, le famiglie e i cani sciolti, le distinzioni tra morti di camorra e morti semplici e il fumo delle sigarette che avvolgeva tutto; quando Napoli era veramente violenta e piena di sfumature. Continua a leggere