Archivi tag: Giorgio Bocca

Giorgio Bocca: Rajah bianco de Napule

Il rapporto tra Giorgio Bocca, Napoli e il Mezzogiorno è riassumibile in pregiudizi, cattivi racconti e speranze. Tanto che è difficile scriverne senza consegnarsi al neoborbonismo con l’orgoglio ferroviario che comincia e finisce sulla linea Napoli-Portici. Ma è anche vero che senza iscriversi alla contrapposizione Nord-Sud, è facile dargli torto. Per questo va subito detto che Bocca – innegabilmente venerato maestro del giornalismo – aveva letto i meridionalisti, a differenza di tantissimi meridionali che lo contestano, che conosceva Gramsci e Salvemini, Scotellaro e Alvaro, e giù giù fino a dare ragione – tra i pochi – a Leonardo Sciascia. Continua a leggere

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Filippo Ceccarelli: sinfonia e mappa del potere in italia

Dalle strette di mano al cibo, dai complotti alle manie, dal linguaggio alle scarpe, dai fasti alla decadenza, dalle pallottole ai discorsi, dai grandi gesti a quelli piccoli e non trascurabili perché infimi e compiuti da alte cariche dello stato, Filippo Ceccarelli con “Invano” (Feltrinelli) ci regala una vera e propria bibbia dell’antropologia politica italiana, Vaticano compreso. Fatti e osservazioni. In una grande sinfonia di piccoli pezzi che vanno a comporre il grande racconto che connette piazze e corridoi, scranni e poltrone, dagli immobili all’immobilità. Continua a leggere

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Dalla cravatta alla tuta

XDalla banca al campo, dalla cravatta alla tuta, dagli sportelli e le transazioni agli schemi e ai campi di calcio: Maurizio Sarri, è figlio del ciclismo, per questo prima di arrivare in serie A ha girato tutta la provincia italiana. È il sogno del calcio, o quello che ne rimane, la lunga trafila prima della serie A. Nessun regalo. Tutto studiato, costruito, atteso. Perché il suo è un calcio da scacchi: figlio delle matematiche, Continua a leggere

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Allenare stanca

Cover-Calcio-Totale-250x374 (1)«Hai paura torero?» Chiede Arrigo Sacchi, in un ascensore a Barcellona, prima di un incontro con l’Espanyol, quando allenava l’Atletico Madrid. Tutto il suo calcio e la sua vita stanno in quella domanda, perché Sacchi ha sempre vissuto il campo come se fosse una arena, e le squadre avversarie come tori, fino a farsi logorare, consumare e vincere, arrivando a smettere, di troppa tensione. In “Calcio totale” (Mondadori) scritto con Guido Conti, racconta tutte quelle arene e quei tori senza mediazioni, incontri e campionati con retroscena, partendo proprio dalla sua paura, dall’estraneità al calcio, che, poi, ha cambiato, diventando uno degli allenatori e teorici più importanti nella storia. C’è tutta la sua vicenda umana dalle fabbriche di scarpe di cui era socio il papà –  al quale, in ospedale, confiderà il segreto che dalla stagione successiva avrebbe lasciato il Parma per  Milan di Berlusconi –, Continua a leggere

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Lucio Mastronardi, ecco cos’era tutto quel catrame

lamusaevVigevano ha il capo voltato indietro, l’anima esile e i piedi pesanti. Sembra una statua di Alberto Giacometti, persa su un campo di battaglia. Vive gli ultimi scampoli di una gloria passata – che si sente ancora nell’aria – pagando le accelerazioni economiche in termini sociali. Mondo in piccolo che spiega un’epoca. Ancora oggi, come ieri nei libri di Lucio Mastronardi, racconta l’Italia. È un valido campione per capire cosa ci sta succedendo. Sbollita la febbre della gomma da trattare e mettere sotto i piedi e delle produzioni calzaturiere, esaurita anche la fase metalmeccanica – progettazione e produzione di macchine a servizio delle calzature – nata sulla scia dell’esigenza di velocità (vero verbo dopo i danè), si ritrova scoraggiata, barcollante, in cerca di un nuovo inizio, di una nuova corsa. Continua a leggere

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