Raffaele La Capria diceva che il cane Guappo aveva il profilo di Anubi, per gli egizi la divinità legata al regno dei morti. Non sbagliava, e anche se ora il suo respiro ricorda la risacca è rimasto il cane intelligentissimo che lui ha raccontato in molte pagine.
È stato contento di rivedere il suo padrone?
«Sì e no».
Ma come?
«Nemmeno il tempo di fargli le feste che subito sono ricominciate le corse, il lancio della pietra, e, cazzo, chiedimi prima come sto, a parte che qua, senza saliva, non è facile per nessuno, figuriamoci per un cane». Continua a leggere