Poi arriva, inopinata, la complessità. Dopo anni di mamì e mamù da una parte e dall’altra, Pietro Nenni riesce finalmente a mettere il becco nella stanza dei bottoni, e appena ne ha facoltà comincia a premere bottoni uno dopo l’altro, come se non avesse mai desiderato nient’altro nella vita. Confiderà in seguito, per spiegare come la politica fosse più complicata di quanto non avesse immaginato: «Io i bottoni li premevo, ma vacaputàna non succedeva niente». E magari, uscito dalla stanza, gli avevano pure fregato il basco. Continua a leggere