Archivi tag: Il vangelo a benzina

Anna Politkovskaja

Ciriello_vangelo300dpiMi chiamo Dragoslav, e il mio è un nome da assassino. Ho perso il conto di tutti quelli che ho ammazzato. Ogni volta che provo a contarli me ne manca sempre qualcuno. La mia era diventata un’abitudine. Agivo in automatico e infatti avevo perso la voglia. Pure quando sono andato via dall’Italia e mi sono piazzato a Mosca, ho scoperto che erano bugie. Non bastavano due omicidi per andare a comprarsi una squadra inglese, ci voleva un’impresa che significava mai più. E io sono un testardo, alla fine ci sono riuscito. Ho accettato di fare una cosa che nessuno si sentiva di fare, nel centro di Mosca. Una cosa che avrebbe cambiato la storia di quel paese, almeno così pensavo. C’è voluto un bel po’ per preparare l’operazione, anche per definire il prezzo, ma alla fine ci siamo accordati. Continua a leggere

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La soglia Balzac

Layout 1Trovo una perdita di tempo spiegare come uno scrittore abbia apparecchiato, apparecchia e apparecchierà le sue storie, come nascono i personaggi, che voleva dire, che cosa ha pensato, se ha sofferto o meno, se la sua è una confessione o se ha immaginato tutto, fare queste cose è come mettere le didascalie al romanzo, una sconfitta. È come chiedere a un ragazzo di venire accompagnato a scuola dai genitori, è umiliante. Però quando ti ritrovi una schiera di avvocati che non ha capito il tuo libro, fai uno sforzo. Per questo eccomi qua a cercare di raccontarvi che cosa ho combinato, per gli avvocati della FIGC, per l’allenatore della nazionale italiana al quale come recita la quarta di copertina e la fascetta scelta dal mio editore (Chiarelettere), è ispirata la vicenda del protagonista del mio libro “Per favore non dite niente”. Continua a leggere

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La Domiziana e le sue figlie

Ciriello_vangelo300dpiLa Domiziana è una strada vollente, di fianco tiene ancora i campi e pure la gente che li zappa, e in mezzo alle macchine che fujono trovi le negre. Madonne pittate che aspettano ai loro Giuseppe sotto oleandri che puzzano come arbremagic scaduti. La compagnia ce la fa la munnezza, a quelle che vanno bene, alle altre ci sta la terra che le macchine aizano, e loro spaparanzate cosce all’aria, assettate sopra i materassi sguarrati o ’ncoppa ’e bidoni cappottati, sotto i piedi si annascuano buste di plastica coi nomi dei supermercati di qua attorno, dentro ci stanno i plasmon o i pavesini e l’acqua Tenerella, dentro i tubolari dei cartelli pubblicitari (che mmò ci sta quella faccia di cazzo di Tommaso Cozzolino, candidato all’Europa, isso che manco è mai andato a Milano) loro ci appizzano, come le formiche, i preservativi, e se dove stanno assettate il sole le appiccia, allora araprono un ombrello colorato che certe volte mi parono davvero delle madame, che poi quando passo piano e le guardo in faccia mi fanno le moine, ma io ’o saccio che si cacano sotto, si mettono appaura che i clienti non le vedono e non se le chiavano e allora quelle stronze si sbracciano. Continua a leggere

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